Bologna, oltre la traversa c’è tanto di più

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Bologna, oltre la traversa c’è tanto di più© LaPresse
Ivan Zazzaroni
3 min

Oltre la traversa all’ultimo secondo - e il successivo errore di Ndoye - c’è di più, tanto di più: ci sono i segnali e lo spunto per una riflessione sull’intera stagione del Bologna. E allora provo a metterli in ordine.
1) Così come a Empoli, s’è notata l’ostinazione, la voglia di fare risultato di una squadra consapevole tanto del momento quanto della propria forza. In Toscana il Bologna giocò una partita globalmente superiore, a Frosinone è andato meno bene, ma ha saputo sopperire alle tante “assenze” in termini di rendimento e incidenza sul gioco: Zirkzee e Calafiori, Saelemaekers e Orsolini, gli interpreti più qualitativi, sono stati ben al di sotto dello standard prestazionale.
2) Una volta di più Motta ha potuto far ricorso a una panchina di buon livello: questo significa che la società gli ha consegnato un gruppo completo e che il tecnico ha svolto un lavoro eccellente portando tutti, sul piano tattico e mentale, oltre la linea della sufficienza piena: Urbanski, Fabbian, Ndoye, Lykogiannis e Castro, senza trascurare Moro, Karlsson, El Azzouzi, De Silvestri e gli infortunati Beukema, Odgaard e Soumaoro, oggi sono giocatori di garanzia, non più semplici alternative.
3) Il punto d’equilibrio della squadra resta Freuler e non solo per esperienza e personalità: detta tempi e temi come la mia prof d’italiano alle Irnerio, la Gozzi, assicura i collegamenti e una presenza robusta, a suo modo rassicurante.
4) Impressiona la tranquillità con cui il Bologna gestisce le fasi più complicate e sa avviare la costruzione, formulando più soluzioni. Tra le cose migliori della partita segnalo la diagonale di Lykogiannis che ha interrotto un pericolosissimo contropiede del Frosinone nei minuti finali.
5) Un anno fa da Frosinone il Bologna sarebbe uscito certamente sconfitto. I progressi si verificano anche, se non soprattutto, attraverso un punto sporco.
6) In settimana il nostro Beneforti aveva assegnato tre stelle su cinque di difficoltà alla sfida dello Stirpe - confermate peraltro dal campo - prevedendo un punto. E il punto - buono - è arrivato. L’andatura è corretta, i cali sono correggibili.
Il pareggio vale un punto, certo, ma non è il punto che chiude la frase: è solo una virgola concessa a un romanzo che ha ancora tanto da dire e dare. Questa l’ho letta da qualche parte e la faccio mia.


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