Bologna, retroscena Ferguson: la decisione delicata da prendere

Confermata la rottura del legamento crociato, lo scozzese deve scegliere: farsi operare subito o attendere tre settimane per consentire almeno al collaterale (danneggiato) di guarire direttamente
Claudio Beneforti
4 min

BOLOGNA - La risonanza magnetica alla quale nel primo pomeriggio di ieri è stato sottoposto Lewis Ferguson ha dato l’esito che i sanitari rossoblù Gianni Nanni e Giovanni Sisca si aspettavano fin da sabato notte, una volta visitato il capitano del Bologna e aver rivisto in televisione come lo scozzese si era infortunato al ginocchio destro, volendo capire sia il momento che (soprattutto) quello che era stato il movimento che aveva provocato il guaio fisico. Sì, in quello scontro fortuito con Samuele Birindelli del Monza Ferguson ha riportato la lesione del legamento crociato, con parziale interessamento anche del collaterale. Di sicuro il capitano sarà operato, ma solo nelle prossime ore i sanitari del Bologna decideranno se sottoporlo a intervento chirurgico subito oppure se posticiparlo di tre settimane per consentire al collaterale di guarire direttamente. E ciò non sarebbe assolutamente una perdita di tempo come uno potrebbe pensare, ma addirittura permetterebbe a Ferguson di anticipare il recupero. Per il quale ci vorranno circa 6 mesi, ecco il punto, anche se a Casteldebole coltivano una grande speranza conoscendo il grande temperamento e la forza fisica di Lewis. Eccola: avendo più volte evidenziato di essere «un animale», e non a caso sabato contro il Monza è rimasto in campo addirittura 4 minuti (precisamente dal 58' al 62') nonostante la lesione al crociato, Ferguson potrebbe impiegare qualche settimana in meno per il ritorno in campo, perché in casi come questi certe componenti legate al carattere sono molto importanti.

Ferguson, sei mesi di stop

Fino agli ultimi attimi della risonanza magnetica Ferguson ha sperato in una bella notizia, magari che si trattasse solo del legamento collaterale considerato che in quel caso i tempi di recupero sarebbero stati molto più brevi, in pratica un paio di mesi, ma a dire la verità non si era illuso più di tanto, anche perché il dottor Nanni non gli aveva nascosto che il guaio poteva essere serio e che c’era il rischio che fosse interessato anche il crociato del ginocchio destro. Sabato notte attorno alle 24 il capitano del Bologna aveva lasciato il Dall’Ara con le stampelle, quando tanti suoi compagni già se ne erano andati, qualcuno addirittura convinto anche che l’infortunio capitato a Lewis fosse roba da poco. Tra l’altro, lo stesso Thiago Motta nel corso della conferenza stampa di fine partita si era dimostrato sufficientemente ottimista sul conto del centrocampista scozzese, e questo perché in quel momento i sanitari rossoblù non lo avevano ancora visitato. Poi invece ecco che è emersa la verità, e sia Thiago che tutto il governo rossoblù hanno capito che il pari contro il Monza era il male minore, tanto che sarebbero stati disposti a barattare la sconfitta con Ferguson sano e di conseguenza pronto a giocare le ultime partite di campionato e successivamente anche gli Europei in Germania con la sua nazionale.

Ferguson, un contraccolpo per la squadra

Potete immaginare quale sia stato lo stato d'animo dei calciatori rossoblù quando tra sabato notte e domenica mattina hanno appreso che il guaio fisico riportato da Ferguson era molto serio e che il loro capitano aveva praticamente chiuso con il Monza il suo campionato. E c’è da scommettere che a questo punto avranno un motivo in più per regalarsi e soprattutto regalargli la possibilità di giocare con la maglia del Bologna addosso la Champions League il prossimo anno, tenendo conto come Lewis da settimane fosse estremamente corteggiato sul mercato, non solo in Italia ma anche da alcune società importanti della Premier League.


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