Claudio Ranieri, il Gigi Riva della panchina

Leggi il commento del Corriere dello Sport-Stadio sulla clamorosa rimonta del Cagliari
Claudio Ranieri, il Gigi Riva della panchina© Getty Images
Alberto Polverosi
3 min

Il giorno del più grande 4-3 della storia del calcio italiano (e, per ragioni opposte, di quello tedesco) in campo c’era un cagliaritano di Leggiuno che segnò il gol del 3-2. Ieri, in un altro fantastico 4-3, seduto in panchina c’era un cagliaritano del Testaccio. Non ci sono paragoni fra i due “4-3”, il primo è leggenda, quello di ieri al massimo entrerà nella storia di questo campionato. Ma il paragone è possibile fra i due cagliaritani adottati da questa isola, due grandi uomini di calcio, Gigi in campo, Claudio in panchina. Non è un caso che quando il Cagliari ha chiamato Ranieri per tentare il miracolo, poi riuscito, del ritorno in Serie A è stato proprio il figlio di Riva a convincerlo: «Papà sarebbe molto contento del tuo ritorno».

Ranieri, una rimonta storica

Ieri, all’ora di pranzo, Claudio Ranieri è tornato alla notte di Bari, quando tutto sembrava impossibile, quando il sogno sembrava svanito, e invece all’ultimo istante si è realizzato, fra l’altro con lo stesso protagonista. Il Cagliari non meritava di stare sotto di 3 gol, non stava giocando male, aveva sbagliato il rigore (traversa e respinta fuori a porta vuota) sullo 0-1, palo di Mancosu sullo 0-2, altra occasione da gol sbagliata e subito dopo lo 0-3 del Frosinone. Ma quando l’allenatore ha capito come doveva e poteva migliorare la squadra, quando ha deciso i cambi, il Cagliari ha cominciato a volare. E’ la magìa del calcio, la certezza che niente è certo, che tutto può cambiare da un momento all’altro. Ranieri lo sa, perché di questo gioco conosce i segreti. Ventisei minuti, dal 72’ al 98’, da 0-3 a 4-3, una squadra padrona, un avversario demolito, una partita che non avremmo mai voluto che finisse, uno stadio impazzito. Ranieri ha messo dentro Pavoletti, Viola e Oristanio: doppietta per il primo, prestazione da applausi per il secondo, gol e prestazione per il terzo. Un po’ di tempo fa, quando nacque l’idea di passare da 3 a 5 sostituzioni a partita, il primo allenatore italiano ad appoggiare la novità era stato proprio Ranieri. Stava allenando la Sampdoria, che non aveva un organico poi così ricco. Molti si domandarono perché lo avesse fatto. Si poteva capire se fosse stato alla Juve, al Milan, all’Inter, al Napoli, ma alla Samp... Quanto è successo ieri (e non solo ieri) può spiegarne bene la ragione: quando inizia la partita, pochi allenatori al mondo capiscono quello che sta accadendo in campo come Ranieri. Settantadue anni e il cervello che frulla come ne avesse venti di meno.


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