© ANSA
FIRENZE - Iachini non avrà tempo di annoiarsi seppur chiuso nella propria abitazione sulle colline che dominano Firenze. Il tutto aspettando che il centro sportivo "Davide Astori" possa tornare a riaprire le proprie porte, magari davvero a piccoli gruppi come in realtà auspicava l'allenatore marchigiano. Primo perché la sua Fiorentina, per quanto migliorata in molti aspetti, resta pericolosamente vicina al bordo del baratro della classifica. Secondo perché, se ha riportato un po’ di serenità a una squadra che pareva vicina a una crisi di nervi, ancora il totale equilibrio non abita nella testa dei viola. E terzo perché deve ancora provare a risolvere un problema, pesantissimo, che aveva trovato quando aveva sostituito sulla panchina Vincenzo Montella: la crisi del gol, la ricerca del gioco d’attacco solo accarezzato. Dunque in questi giorni il tecnico viola ha da fare i compiti a casa.
Solo per poche gare la Fiorentina è parsa aver individuato un modo per arrivare al gol. Parliamo dei giorni della coppia Ribery-Chiesa. Un flash che accese la fantasia dei fiorentini. Ma poi la squalifica del francese (tre turni) e subito dopo il suo lungo infortunio (è out dalla fine di novembre) fecero precipitare la squadra viola nel niente. Non appena arrivato, Iachini ha tentato alcune vie diverse. Ha dato fiducia al giovane Vlahovic, poi è arrivato dal mercato di gennaio la punta più attesa: Patrick Cutrone. Non solo, lo stop imposto dal Coronavirus ha accorciato di fatto i tempi di rientro di Ribery che dopo l’intervento chirurgico alla caviglia sta provando a bruciare i tempi del rientro. Così il casting attaccanti viola si è arricchito. Ora nel suo ritiro Iachini ha da valutare come e dove far giocare i suoi possibili attaccanti. Cioè dovrà dare la risposta più importante: qual è il gioco d’attacco della Fiorentina?