Fiorentina, Caceres esclusivo: "Ho fame di partite e di vittorie"

L'uruguaiano, ex Juve e Lazio, ha le idee chiare: "Appena arrivato a Firenze ho capito che c'è voglia di fare bene. Con Commisso si vola. La crisi spaventa tutti, ma i sacrifici che ci vengono chiesti sono poca cosa rispetto a quelli di chi lotta per la vita"
Fiorentina, Caceres esclusivo: "Ho fame di partite e di vittorie"
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di Francesca Bandinelli

FIRENZE - Martin ha voglia di vincere. E farlo a Firenze, lo ha capito subito, ha un sapore del tutto particolare. Ha capito in un attimo che il presidente Rocco Commisso, col suo "fast, fast, fast", corre davvero, con la costruzione della squadra e pure con i mattoni posati per costruirci sopra i sogni dei tifosi viola. Anche per questo Martin Caceres, professione difensore, rilancia. È titolare (inamovibile) della Fiorentina di oggi e lo sarà anche di quella di domani, col rinnovo del contratto (scadenza iniziale giugno 2020) praticamente sancito, perché esperienza, “garra” e qualità non guardano alla carta d’identità. E poco importa se da poco l’uruguagio ha festeggiato i 33 anni, la differenza in campo sa bene come farla, sia con la maglia viola che con quella della Celeste (98 presenze), con cui ha giocato già tre Mondiali, sempre col Maestro Tabarez in panchina, lo stesso che si è sospeso il contratto in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo per il Coronavirus.

Martin Caceres, come vive la quotidianità in questi tempi condizionati dal Coronavirus?
"Non è facile, soprattutto per chi, come me, ha la famiglia lontana. Mi alleno, guardo film, serie televisive, leggo, navigo in internet e ho fatto delle videochiamate, il miglior alleato. In realtà, penso pure tanto a tutte quelle persone che “combattono” in prima linea, ai medici, agli infermieri e ai volontari. A tutte le vittime e alle famiglie che non hanno potuto assisterli: per questo credo che il sacrificio di stare a casa che ci è richiesto, sia nulla a confronto".



Non ha avuto nemmeno per un istante la tentazione del “mollo tutto e parto” come hanno fatto i suoi colleghi in altri club?
"La tentazione è stata forte. Ma siamo professionisti, dobbiamo rispettare le regole, con la speranza che possa finire tutto il prima possibile".

A proposito, cosa pensa del sacrificio chiesto ai giocatori, di rinunciare a una parte di ingaggio?
"Queste sono decisioni collettive e sono certo che le varie componenti troveranno un accordo per il bene di tutti".

E il presidente Commisso cosa vi dice in questo periodo? Sappiamo che il contatto è costante.
"Ci è stato vicinissimo, lui è un po’ come un padre per noi. Ci chiama per sapere come stiamo, per sincerarsi anche del nostro umore, non tanto per toccare l’aspetto tecnico. E’ un…grande. E poi, con l’iniziativa “Forza e Cuore” è riuscito a creare qualcosa di importantissimo (sono stati raccolti oltre 859 mila euro, ndc): questo dimostra il suo legame fortissimo con Firenze con l’Italia".

Il presidente ha detto: giusto ripartire, ma in sicurezza e solo se non si compromette la stagione futura. E’ d’accordo?
"Sì, in questo momento la salute va messa al primo posto. Da parte nostra c’è una voglia pazzesca di tornare in campo, non vediamo l’ora, ma sono le istituzioni a doverci dire quando sarà possibile. Bisogna garantire sicurezza a tutti, a noi che scendiamo in campo ma anche a tutte le persone che nel nostro mondo ci lavorano".

Commisso vuole costruire una squadra più forte di quella attuale, dice che chi arriverà a Firenze sarà talmente contento di non voler più cambiare squadra, un po’ come accade ai top club italiani. Per lei è così?
"Sì. Fin dal mio arrivo ho respirato una grossa voglia di fare bene e di crescere. Le ambizioni della proprietà possono essere toccate con mano. E’ iniziato l’iter per la costruzione del nuovo centro sportivo, si sta battendo in tema di nuovo stadio, e poi basta guardare l’ultima campagna acquisti lo scorso gennaio. Il futuro della Fiorentina, insomma, potrà essere roseo".

Ha detto poi che a Firenze sente una grande fame di Fiorentina: è davvero così forte?
"Già. A Firenze la gente vive per il calcio, c’è tanta voglia di competere, di lottare per obiettivi importanti. E sì, queste sensazioni si percepiscono. E per uno come me che vuole sempre lottare e provare a vincere è importante".

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