Fiorentina, Barone protesta con Gravina per gli arbitri

Visita del dg a Coverciano: in casa viola si ritiene che il -8 dall’Europa sia effetto degli errori arbitrali
Fiorentina, Barone protesta con Gravina per gli arbitri© ANSA
Andrea Giannattasio
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FIRENZE - Ancora un grave torto arbitrale. L’ennesimo di questo inizio di stagione che ha maledettamente complicato i piani di ricorsa della Fiorentina verso le zone nobili della classifica. Firenze non ci sta e dopo la doppia topica di Simone Sozza (in collaborazione con il Var Fabbri) al Meazza ha scelto, con orgoglio, di dire basta, riversando la propria rabbia su social e radio per protestare contro un atteggiamento apparso in questi mesi a tratti sistematico. Ma anche il club non è stato a guardare. E dopo un momento di riflessione ha optato (pur nelle segrete stanze) per una decisa presa di posizione. Si spiega così il blitz a Coverciano di cui si è reso autore ieri pomeriggio il direttore generale Joe Barone, che è stato visto entrare negli uffici del presidente della FIGC Gravina (presente a Firenze per il raduno della Nazionale): probabile che il dirigente abbia chiesto un incontro per porre l’attenzione sui danni subiti domenica dai viola, che oltre ad aver indirizzato la partita di San Siro costringeranno la squadra di Italiano a passare il Natale a -8 dalla zona Europa. Un divario che, in parte, è maturato in seguito a una serie di episodi arbitrali (o, nell’accezione migliore, di letture discutibili) che da fine agosto hanno finito per aumentare il distacco tra i toscani e le prime della classe.

No comment

Incredulità, sbigottimento. Ma anche la consapevolezza che forse, con un pizzico in più di cinismo in attacco, la Fiorentina avrebbe potuto portare a casa la partita di Milano. Sono questi i sentimenti che si respirano nel frattempo in seno al club all’indomani della sconfitta maturata contro il Milan, uno stop che Firenze fatica a digerire e la cui sintesi è ben racchiusa nello sguardo attonito di Vincenzo Italiano nel post-gara. Il quale, per scelta sua e della società, ha preferito non commentare le topiche che hanno indirizzato la partita, scegliendo piuttosto di dare risalto alla prova generosa della sua squadra.

In silenzio

Da Udine a Milano passando per Bologna, le situazioni che hanno finito per penalizzare la Fiorentina non sono state del resto poche. E il sospetto, dentro e fuori le segrete stanze del club, è che la notte da incubo di Sozza sia solo la punta dell’iceberg di una condotta che, da inizio stagione, ha colpito la Fiorentina, forse anche in virtù delle idee con cui Commisso in questi anni si è proposto ai piani alti del calcio italiano per provare a riformarlo. Proposte, spesso in contrasto col sistema vigente che sono state in alcuni casi ostacolate (non ultima la battaglia contro la rateizzazione dei versamenti fiscali) creando quasi un’aura di antipatia nei confronti della dirigenza viola. Da qui, dunque, la sensazione che parte di quello che è capitato nelle ultime gare (oltre agli errori sui falli di Tomori e Rebic di domenica ci sono stati gli svarioni del mancato rosso a Dimarco e del fallo di Dzeko su Milenkovic in occasione del 4-3 dell’Inter a Firenze) non sia casuale.

Il dossier

Il piatto, dunque, piange. E al momento racconta di quattro punti persi per strada da Biraghi e compagni in seguito a decisioni arbitrali discutibili. Dalla trattenuta di Deulofeu su Venuti a Udine alla 4ª giornata (da cui nacque il gol-vittoria) alla gomitata di Kasius su Quarta dieci giorni dopo a Bologna (che anche in quel caso propiziò la rete del definitivo 2-1 rossoblù) fino al doppio incrocio di fuoco con Inter e Milan in sole tre settimane, dove la beffa è diventata cubica in virtù del colpo del ko subìto nel recupero. Un dossier da brividi del quale oggi Firenze chiede conto.


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