Il problema di Italiano è la tenuta

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Il problema di Italiano è la tenuta© SESTINI MASSIMO
Alberto Polverosi
3 min

Una volta che la Fiorentina trova il centravanti, smarrisce le ali. Gol di Cabral, errori di Ikoné e nessun contributo di Saponara. Così sfuma la prima vittoria del nuovo anno, non parte la rimonta europea e si intristisce il campionato della Fiorentina. Uno a uno giusto col Monza. Bene nel primo tempo, male, molto male nel secondo. Bene finché i viola hanno avuto forza, ritmo e idee, male, molto male quando Palladino ha risistemato la sua squadra e ha rimesso il Monza dentro la partita fino a raggiungere il pareggio e a meritarlo. Eppure la prima buona notizia del 2023 era stata di colore viola, il gol di Cabral. Che non segnava in campionato dal 30 ottobre, da 222 minuti, 2 reti prima di ieri, non aveva segnato nemmeno nelle amichevoli più importanti di questo inverno. Ma Italiano ha insistito, lo ha preferito a Jovic (in panchina insieme agli altri “mondialisti” viola) e, almeno sul centravanti, ha avuto ragione. Sul gol di Cabral si potevano ricostruire le certezze di un giocatore a lungo criticato per evidenti e giustificati motivi e di una squadra che stava tentando la sua rimonta europea. Ma quella rete non è bastata a dare corpo e sostanza alle ambizioni viola. Ci voleva l’apporto degli altri attaccanti, invece Saponara è rimasto sempre nel vago e Ikoné ha confermato quanto sia straordinaria la sua qualità nel saltare l’uomo e nel calciare alle stelle. Peraltro il francese ha trascurato l’inserimento di Carlos Augusto sul gol del pareggio del Monza. La prima Fiorentina era piaciuta anche per le scelte dell’allenatore che avevano premiato non solo Cabral ma pure il giovane Bianco, classe 2002, al debutto in Serie A dopo 5 presenze nelle coppe. Bianco è il centrocampista che ricorda e riassume meglio di tutti i suoi colleghi viola il concetto del regista, buona personalità e senso della posizione, eccellente visione di gioco, quasi mai sbagliate le scelte di tempo. Per schierarlo dall’inizio, il tecnico ha lasciato fuori Amrabat, uno dei protagonisti del Mondiale. Già, il Qatar. L’idea emersa nel torneo ha trovato in buona parte conferma nel modo in cui la Fiorentina ha segnato, non col fraseggio ma con un contropiede ben fatto, soprattutto istantaneo. Un passaggio, un gol. Il problema, come accaduto spesso anche nel passato recente e meno recente, è stato la tenuta. Si può anche abbassare il ritmo, ma non disunirsi, non disperdere l’energia e non perdere i riferimenti come invece è successo alla Fiorentina del secondo tempo. Italiano non ha saputo rispondere ai cambi di Palladino e il pari ha reso giustizia alla partita. Il ritorno in campo di Castrovilli è la consolazione finale.


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