Jovic e la Fiorentina, questione di feeling

Forma fisica migliore, intuizioni in zona gol e rapporto diverso con la piazza: così l’attaccante serbo ha ritrovato la sua forza
Jovic e la Fiorentina, questione di feeling© SESTINI MASSIMO
Andrea Giannattasio
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FIRENZE - Che Luka Jovic, presto o tardi, avrebbe rivelato la sorpresa che aveva in serbo da tempo era un po’ la notizia che tutta Firenze attendeva. Anche perché, al di là delle facili battute sulla nazionalità del numero 7, la perla di testa che mercoledì ha indirizzato la sfida di Coppa Italia contro il Torino può davvero rappresentare un punto di svolta all’interno di una stagione vissuta fin qui a corrente alternata da parte dell’ex Real. Tre però sono gli elementi che adesso fanno ben sperare: il ritrovato feeling con il gol (al termine di un digiuno durato 84 giorni), una forma fisica migliore (in società sono convinti che quello che si è presentato nel 2023 sia tutt’altro giocatore rispetto alla versione appesantita e scostante che si era fatta conoscere a Moena, dove aveva promesso ben 30 reti) e soprattutto la rinnovata fiducia da parte dello stadio, che per la prima volta in stagione, due giorni fa, ha salutato la sostituzione di Jovic con un applauso. Pieno, convinto, esattamente come il potenziale che da due partite a questa parte il classe ’97 ha scelto di mettere in campo. Prima impegnando due volte Provedel nell’ultimo match di campionato con la Lazio e poi siglando il vantaggio che ha spianato la strada verso la qualificazione alle semifinali di Coppa. 

Verso Francoforte

Se pur con un andamento in sordina, adesso la media reti di Jovic sta iniziando a mettere in evidenza numeri sorprendenti: il sigillo con il Toro, infatti, non solo ha permesso al freddo Luka di confermarsi ancor più capocannoniere stagionale della Fiorentina (con 8 centri) ma gli ha consentito di perfezionare la sua media realizzativa scendendo a una rete ogni 177’ in campo. Le cifre collezionate nella sua miglior stagione a Francoforte (dove si assestò a un gol ogni 122’) sono ancora lontane eppure non per questo l’attaccante ha intenzione di fermarsi. E di non incrementare lo score già accumulato. L’atteggiamento stesso verso i compagni, d’altronde, sembra molto diverso: non più distaccato o, peggio ancora, altezzoso bensì partecipe. 

Che muscoli

Prova ne è stata l’esultanza che ha riguardato la punta (già in panchina) nel momento in cui Ikoné ha siglato al 90’ il bis con i granata: il serbo, incontenibile, è schizzato in piedi per gioire con la squadra, dopo aver a sua volta fatto festa ai piedi della Fiesole inaugurando per l’occasione un nuovo modo di celebrare l’1-0. Mandate in archivio le dita portate alle orecchie che avevano generato soltanto fraintendimenti, Jovic ha esultato mostrando i muscoli delle braccia. Un po’ quelli che gli sono serviti nel mercato di gennaio per respingere le voci di un suo possibile divorzio dalla Fiorentina. C’è stato un club in effetti che più di altri aveva preso informazioni sul serbo, ovvero il Galatasaray, ma i viola (pur non avendo ricevuto offerte ufficiali) non hanno mai tentennato per un istante sul conto del loro 7. Che adesso va alla ricerca solo della cosa più preziosa: la continuità.


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