Fiorentina, una vittoria utile anche per le coppe

Leggi il commento sul successo ottenuto dalla Viola di Italiano sul campo del Verona
Fiorentina, una vittoria utile anche per le coppe© Getty Images
Alberto Polverosi
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Questa è una vittoria che alla Fiorentina serve per il campionato, ma anche per le coppe. Senza i 3 punti di Verona, la stagione si sarebbe ingarbugliata non poco, adesso invece la zona-retrocessione, che con occhio subdolo minacciava di risucchiare i viola, è lontana 11 punti e l’effetto immediato è la serenità che i viola hanno ritrovato in vista delle due coppe. Il rischio sembrava quello della stagione 89-90, con la squadra in corsa per una salvezza conquistata solo all’ultima giornata e già in finale di Coppa Uefa. Ora non sappiamo se conquisterà un’altra finale europea, ma la possibilità di un’ultima parte di campionato tormentata come quella di trent’anni fa è lontana. Non è poco, per la Fiorentina, sapere che la stagione andrà avanti su tutti i fronti almeno fino ad aprile.

Al Bentegodi con la testa

Non è facile decifrare la Fiorentina di quest’ultimo periodo. Si diceva, anzi, lo dicevano i numeri, che fosse incapace di trasformare le buone intenzioni in fatti concreti, la buona produzione offensiva in gol. Nelle ultime 4 partite ufficiali (le due col Braga, in mezzo l’Empoli e ora il Verona) ne ha fatti 11 di gol. Vero che in Conference ha trovato difese di gelatina (quella del Braga sarebbe improponibile in Serie A), ma restano pur sempre 11 gol. Qualcuno sosteneva che mancasse cattiveria in area di rigore, ieri a Verona i viola hanno segnato tre gol con una sola vera occasione, quella della rete di Barak, le altre due sono arrivate per un guizzo di Cabral su calcio d’angolo e per una furbata di Biraghi su punizione da metà campo. Sia chiaro, la Fiorentina ha meritato la vittoria, ha creato qualcosina di interessante anche nella ripresa e ha segnato il primo gol sfruttando una marcatura sballata della coppia Zafferoni-Bocchetti: Dawidowicz dalla parte di Ikoné è stato un errore evidente. Se il francese ha una qualità è lo spunto, lo scatto, l’attacco con la palla al piede in velocità, per Dawidowicz, lento e col passo lungo e pesante, era impossibile agguantarlo. Poi ha gestito e colpito ancora, stavolta sì con cattiveria. Ha giocato da squadra superiore rispetto agli avversari, li ha rispettati, mai temuti, e li ha spinti sempre indietro. Ha giocato con la testa, senza perdere mai le misure, con l’atteggiamento giusto fin dall’inizio. Italiano conosceva il Verona meglio di quanto sull’altra panchina conoscessero la Fiorentina.

Le zampate di Cabral

Cabral ha segnato un altro gol da centravanti da area di rigore e anche su questo vale la pena riflettere un istante. Non ha avuto, in situazioni di gioco in movimento, una palla decente da giocare né, tanto meno, da spedire verso la porta veronese. Ma sull’angolo di Mandragora ha incenerito Hien e ha piegato la partita col 2-0. Una buona parte dei suoi gol (5 in campionato, 5 nelle coppe) sono arrivati con la zampata in area piccola, servono cross dal fondo se Italiano decide di giocare con Cabral. Mentre serve il palleggio se gioca con Jovic. Ora che anche in campionato la situazione si è normalizzata, la Fiorentina può migliorare sentendosi più tranquilla. Per avere una riprova aspettiamo sabato sera quando a Firenze tornerà Pioli col Milan rilanciato. Visto che contro le grandi in questa stagione ai viola non è mai andata bene, magari è la volta buona.


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