Fiorentina, un potente cambiamento

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Fiorentina, un potente cambiamento© ANSA
Alberto Polverosi
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Sono nove vittorie di fila, non succedeva da oltre mezzo secolo, dal 1960, era la Fiorentina di Hamrin e Montuori e anche quell’anno arrivò in finale di Coppa Italia. Questa non è la vittoria più bella solo perché non è ancora definitiva. Ci sarà un ritorno a Firenze, il 27 aprile, un ritorno che ora, dopo il 2-0 di Cremona, sembra piuttosto agevole, ma al di là del risultato, se i viola fra venti giorni saranno ancora questi, non ci sarà scampo per la Cremonese. Guardandola ieri sera, la prima parola che viene in mente sulla Fiorentina è “seria”, una squadra seria. Non è entrata in partita, ha fatto una vera e propria irruzione, ai suoi avversari ha spiegato subito, con estrema chiarezza, che non avrebbe imitato la Roma o il Napoli eliminate in Coppa Italia, o le tre grandi che in campionato, su quel campo, hanno perso (la Roma), pareggiato (il Milan) o vinto nei minuti di recupero dopo una vera sofferenza (la Juve). La Fiorentina è partita e in pochi minuti ha messo sotto la Cremonese. Doppia palla-gol dopo 5', gol di Cabral, gol mangiato da Gonzalez, tutto questo solo nel primo tempo. Ecco, semmai un difetto si può ritrovare nelle tante occasioni sprecate, come alla Fiorentina accadeva fino a un po’ di tempo fa. Poteva chiudere la partita in quei 45 minuti e magari anche la qualificazione nel secondo tempo con un altro gol. Ma va bene anche così. 

Fiorentina, il sogno continua

Difesa alta, come a San Siro contro l’Inter (però stavolta favorita dalla mancanza di gioco in profondità della squadra di Ballardini per un tempo intero), uno dei due centrali (spesso Martinez Quarta) più avanti del compagno Igor come un mediano aggiunto, attacchi continui sugli esterni, pressing e recupero palla immediato di Amrabat (90' impressionanti) e Mandragora, qualche finezza di Barak, insomma un’orchestra che suonava una musica dolce, come succede da un po’ di tempo a questa parte. E poi il gol di Cabral, che non segnava mai e che ora sta infilando la porta con un bel ritmo, quello di ieri era il tredicesimo di tutta la stagione, l’ottavo da febbraio. Il brasiliano è stato decisivo anche in occasione del rigore. 

Siamo di fronte al cambiamento più potente di tutta la Serie A. La Fiorentina era una squadra spenta, sembrava perfino rassegnata a una mediocrità che non si addice alla sua storica natura. Dal 23 febbraio, giorno della vittoria sul Braga negli spareggi di Conference League, questa squadra è diventata un’altra, ora gioca con la testa libera e l’animo leggero, gioca col sorriso sulle labbra, convinta delle sue qualità, ma non supponente. Nove vittorie di fila, sei volte senza prendere gol. Il sogno viola continua. Contro lo Spezia, sabato prossimo, punta al record: 10 di fila. 

 

 


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