Fiorentina, dall'Europa no al Franchi: è bufera

Il ministro Fitto: "Campo di Marte non avrà i 55 milioni del Pnrr". Il sindaco Nardella furioso: "Ora ci pensi lo Stato, non può finire così"
Fiorentina, dall'Europa no al Franchi: è bufera© Getty Images
Francesco Gensini
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Bruxelles dice no e delude Firenze che adesso conta su Roma: la giornata di ieri, campale, ha prodotto ciò che Nardella e l’Amministrazione comunale temevano. La Commissione europea ha dato esito negativo ad inserire i 55 milioni relativi ai Piani Urbani Integrati nella parte del Pnrr da destinare agli interventi sullo stadio di Firenze (e Bosco di Venezia): è ufficiale, non ci sono più se e ma o speranze da coltivare, perché a dirlo è stato Raffaele Fitto, Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr. Ovviamente su indicazione della stessa Commissione Ue che un mese fa esatto aveva sollevato di nuovo la questione, quando invece secondo Nardella, e quindi di concerto anche dell’Esecutivo attraverso il Dicastero competente, non c’erano più ostacoli alla concessione del succitato finanziamento, un quarto degli oltre duecento milioni di fondi messi a budget per la ricostruzione del “Franchi”. Invece, così non è: Bruxelles ha aperto un enorme punto di domanda con mille dubbi intorno sulla costruzione dello stadio già in progetto e il sindaco di Firenze auspica/chiede che i 55 milioni li metta il Governo.

Niente risorse da Pnrr

«Gli interventi del Bosco dello Sport di Venezia e dello stadio Franchi di Firenze - è la nota del Ministro Fitto - non potranno essere rendicontati a valore delle risorse Pnrr. I servizi della Commissione, infatti, a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, hanno confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell’ambito dei Piani Urbani Integrati delle rispettive città metropolitane. A fronte delle osservazioni pervenute a fine marzo 2023, il Governo, il 4 aprile ha convocato i sindaci delle città metropolitane di Venezia e Firenze al fine di acquisire ogni elemento utile per superare le criticità segnalate. Elementi poi trasmessi alla Commissione e oggetto di due ulteriori incontri tecnici. Ieri sera (venerdì, ndc) i servizi della Commissione europea, pur apprezzando lo sforzo del Governo, hanno confermato l’ineleggibilità degli interventi». 

Ci pensi il governo

Detto che sempre ieri giocando d’anticipo sulle parole di Fitto, il vicepremier e Ministro agli Affari Esteri, Antonio Tajani, in un incontro a Siena ha provato a delineare un esito finale favorevole («Faremo di tutto affinché possa essere garantita la realizzazione dell’opera, come prevista, sia a Firenze che a Venezia e intendiamo lavorare per utilizzare tutti i fondi a disposizione»), e che Matteo Renzi ha ribadito con un post su Instagram il proprio pensiero anche a giochi fatti («I soldi dell’Europa devono andare alle case popolari e alle scuole: adesso c’è una sola strada ed è autorizzare la Fiorentina a fare i lavori al Franchi a proprie spese seguendo il progetto già presentato»), puntuale è arrivata la presa di posizione di Dario Nardella. «Siamo profondamente delusi per questa decisione dell’Unione europea sulla quota di finanziamento di 55 milioni di euro del Pnrr sul progetto di restauro e riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze. Attendiamo di apprendere le motivazioni reali, ma a noi è sempre stata chiara la correttezza del procedimento, tanto è vero che lo Stato più di un anno fa ha attribuito alla Città Metropolitana e al Comune di Firenze tale finanziamento - nell’ambito dei Piani Urbani Integrati - con un apposito decreto interministeriale: Firenze subisce un danno grave, ingiusto e ingiustificabile, e perde 55 milioni di euro del Pnrr pur avendo rispettato tutti i tempi imposti dalle regole europee e avendo ricevuto ben 40 autorizzazioni. C’è chi ha remato contro Firenze e la Fiorentina. C’è chi ancora spera che lo Stadio Franchi faccia la fine dello Stadio Flaminio, un buco nero nel quartiere di Campo di Marte, ma noi non ci arrendiamo e non fermiamo la procedura di gara pubblica già avviata. Chiediamo allo Stato italiano di lavorare insieme a una soluzione per sostituire la quota mancante e coprire quindi l’intero importo, anche perché il nuovo stadio di Firenze è parte del piano di candidatura degli Europei di Calcio 2032 già presentato ufficialmente dalla Figc all’Uefa».  


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