Dodo ha capito lo spirito della Fiorentina

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Dodo ha capito lo spirito della Fiorentina© Getty Images
Alberto Polverosi
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Una sera d’agosto dell’anno scorso, il 28 per l’esattezza, è arrivato a Firenze un giocatore straordinario, uno che nessuno immaginava così forte, nessuno tranne Giuntoli che lo aveva acqiustato e Spalletti che lo stava allenando. Un georgiano, Khvicha Kvaratskhelia, che si era fatto annunciare da tre gol nelle prime due partite. Già allora si pensava a un fenomeno, come il resto della stagione ha poi confermato. Quella sera però Kvara ha trovato davanti a sé un avversario formidabile, acquistato dallo Shakhtar per 18 milioni. Dodo lo ha spinto fuori partita. Tutti hanno pensato che il vuoto lasciato da un altro nobile terzino destro, l’ex madridista Odriozola, fosse stato ben colmato. E invece Dodo da quella prestazione fenomenale è passato a partite da dimenticare. Un grande acquisto sbagliato, pensavano in tanti. Con tutta onestà, anche a chi scrive sembrava impossibile un decadimento tecnico così evidente in un giocatore che anche in Champions aveva mostrato notevoli qualità. 

Firenze innamorata

Poi è arrivata la sosta per il Mondiale, la nuova preparazione fisica e atletica, è nata la Fiorentina delle 14 partite senza sconfitte, con 11 vittorie e 3 pareggi, e in quella squadra è esploso Domilson Cordeiro dos Santos, noto come Dodo. Ogni gara un passo avanti, sempre protagonista, sempre in prima linea, fino alla fantastica semifinale di Coppa Italia di giovedì scorso contro la Cremonese. Mentre la sua squadra ha gestito il 2-0 dell’andata e controllato il campo, lui si è scatenato. Ha imperversato sulla fascia destra, prima con Ikoné davanti, poi con Gonzalez, ma nessuna delle due ali è stata pericolosa come Dodo. Che piombava alle loro spalle, si sovrapponeva, spesso arrivava sul fondo e rimetteva la palla al centro. Novanta minuti straordinari che hanno fatto impazzire il Franchi. Perfino nel recupero, il terzino brasiliano ha continuato a scattare, recuperava palla e ripartiva, con un tempismo eccezionale, una tecnica straordinaria. Aveva una marcia in più (o forse due in più) di tutti i suoi compagni e degli avversari, imponeva il suo ritmo e marcava la distanza con la sua tecnica in velocità. Quando Marinelli ha fischiato la fine, Dodo ha continuato a correre. A torso nudo si è presentato sotto la Fiesole per festeggiare con i suoi tifosi la conquista della finale di Coppa Italia. E’ sembrata l’immagine di un giocatore che ha capito lo spirito della città dove gioca. Giovedì sera Firenze si è innamorata di un altro brasiliano, un terzino destro che sta diventando l’anima della nuova Fiorentina. 

 

 

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