Così non va bene. Non è andato bene il mercato, non vanno bene i risultati, non va bene il gioco e non vanno bene le spiegazioni dell’allenatore al periodo che sta attraversando la Fiorentina. Gino Bartali direbbe: “Gl’è tutto sbagliato, gl’è tutto da rifare”. In questo caso si può aggiungere: “gl’è tutto da rifare com’era prima”. Prima che la Fiorentina smettesse di giocare (dicembre, ma i risultati continuavano ad arrivare) e prima che smettesse di lasciare punti per strada.
Fiorentina, l'inganno di dicembre
Fino a novembre la squadra era bella, vivace, brillante, aveva difficoltà a far segnare i suoi centravanti, ma gli spunti di Gonzalez e il gioco di Italiano la tenevano su anche sul piano tecnico. La partita più bella al Maradona, a inizio ottobre: 3-1 dei viola con spettacolo. Poi, lentamente, la Fiorentina ha rallentato. I risultati nascondevano la flessione del gioco, a dicembre i tre 1-0 consecutivi con Verona, Monza e Torino avevano messo in risalto un aspetto nuovo per questa squadra, la concretezza. Poco gioco, grandi risultati. Ma dal 6 gennaio (sconfitta a Reggio Emilia col Sassuolo) in poi, la Fiorentina si è spenta. Fine della brillantezza e fine anche della concretezza.
Fiorentina, cosa è successo
La Fiorentina ha chiuso il 2023 al quarto posto, a -3 dal Milan e a +2 dal Bologna. Un club che crede di poter competere davvero per un posto in Champions, sul mercato fa uno sforzo, un investimento, cercando di esaudire le richieste dell’allenatore che, ben oltre ogni ottimistica previsione, aveva portato fin lassù la squadra. Si è capito che Commisso e i suoi dipendenti non ci credono. Dopo l’inevitabile cessione di Brekalo, Italiano aveva chiesto un’ala, perché è sulle ali che sta facendo giocare la squadra da due anni e mezzo. Gli hanno comprato un centravanti, forse perché quello scelto da lui in estate (Nzola) è stato finora un fallimento. Così oggi la Fiorentina per giocare col 4-2-3-1, cioè con due esterni e una sola prima punta, ha in organico tre ali e mezzo (Ikoné, Sottil, Gonzalez più mezzo Kouame) e tre centravanti e mezzo (Beltran, Nzola, Belotti, più mezzo Kouame). E’ come suggerire al tecnico di cambiare gioco. Ma al di là delle scelte, il mercato della Fiorentina ha dato l’idea di una mancanza di strategia, di prospettiva e anche di fiducia.