Fiorentina, sogno De Rossi: è la prima scelta se Italiano lascia

I dirigenti puntano il tecnico giallorosso: se dovesse lasciare la Roma, i viola punterebbero su di lui
Fiorentina, sogno De Rossi: è la prima scelta se Italiano lascia© AS Roma via Getty Images
Jacopo Aliprandi
5 min

ROMA - La doverosa premessa è che Daniele De Rossi non ha dubbi: vuole continuare a fare bene con la Roma e spera che i Friedkin decidano di rinnovargli il contratto in scadenza il 30 giugno. Roma e la Roma sono casa sua: lo erano da giocatore e lo sono ancora di più adesso da allenatore, visto che trascorre a Trigoria più o meno 12 ore al giorno. Basti pensare che martedì, concesso libero alla squadra, era al Fulvio Bernardini dalla mattina alla sera per studiare il Lecce e analizzare la condizione dei suoi in vista dei prossimi impegni. Ma che De Rossi resti l’allenatore della Roma non è sicuro, così come non è sicuro che Vincenzo Italiano resti il tecnico della Fiorentina. E allora ecco che le strade di Daniele e del club viola potrebbero incrociarsi. Come? Perché? L’idea è di Nico Burdisso e Daniele Pradè, gli uomini a cui Rocco Commisso ha affidato sempre di più la Fiorentina dopo la scomparsa del dg Barone. Gli uomini mercato che già da diverso tempo seguono il tecnico della Roma con stima e curiosità, intrigati dal suo stile, dal carattere e dalle idee ben chiare che aveva già da giocatore. Entrambi conoscono benissimo De Rossi come calciatore, come persona e adesso lo stanno scoprendo come allenatore. E quello che vedono gli piace molto.

De Rossi, la prima scelta

Per questo, più o meno informalmente, hanno fatto sapere al tecnico della Roma che, se non rinnovasse in giallorosso e Italiano prendesse un’altra strada, lui sarebbe la prima scelta per la Fiorentina. È uno scenario possibile? Sì. Facilmente realizzabile? No. Perché De Rossi a Roma non solo sta bene, ma sta anche facendo benissimo. E non si capisce perché i Friedkin e Lina Souloukou non dovrebbero rinnovargli il contratto se dovesse superare indenne anche questo ciclo di gare così importante tra campionato ed Europa League. Ma le vie del calcio sono infinite, Daniele si gioca tanto nelle prossime settimane e allora qualsiasi cosa può succedere. Persino che la proprietà decida di puntare su altro e che De Rossi si trovi costretto a cercare un’altra soluzione. È aperto ad ogni possibilità ma, prima di volare di nuovo in Argentina per allenare il Boca (lo farà, prima o poi, poco ma sicuro) o andare all’estero, vorrebbe confrontarsi ancora con la Serie A. E Firenze rappresenterebbe una soluzione ideale: vicina a casa, con un progetto giovane e ambizioso, un centro sportivo all’avanguardia e dei dirigenti che conosce e stima.

De Rossi a Firenze: un'idea lontana

Italiano si sta giocando il futuro, che sia alla Fiorentina o che sia in uno dei club che lo stanno monitorando (come il Napoli): la qualificazione - almeno - alla prossima Europa League, col piazzamento in campionato o con la vittoria della Conference, è un obiettivo prioritario per convincere il club a puntare ancora su di lui e questo al di là della clausola. Se così non dovesse accadere, ogni scenario a quel punto sarebbe possibile. E De Rossi sarebbe in pole per colmare il vuoto sulla panchina. Pradè del resto non ha mai nascosto l’ammirazione per lui e già quattro anni fa aveva fiutato l’affare provando a portarlo a Firenze per anticipare la concorrenza. L’idea giusta al momento sbagliato: Commisso etichettò la notizia come “fake news” per confermare Iachini sulla panchina viola. Ma certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano (citazione che ad Antonello Venditti, romanista e “derossiano” non farà piacere). E allora Pradè e Burdisso sono pronti a cogliere l’occasione se dovesse presentarsi. E stavolta con il possibile placet del presidente che, tra parentesi, ha apprezzato anche la presenza di De Rossi alla camera ardente del suo amico Joe.

De Rossi, un tecnico maniacale

De Rossi intanto è focalizzato su questo finale di stagione con il suo club. «La Roma è una cosa che ti porti dietro, ai giocatori dico che nella mia squadra non deve mancare mai il coraggio. I tifosi sono il motore che ci muove, ogni giorno. Come per il Boca che ha lo slogan “il Boca es grande por su gente”, così credo sia per la Roma». Parole di un romanista, arricchite dalla voglia di dare il massimo da allenatore. «Trigoria è migliorata tantissimo abbiamo tutto quello che ci serve, è un centro sportivo all’avanguardia. E questo grazie all’impegno della Proprietà, all’attenzione e agli investimenti della famiglia Friedkin per questo club», ha dichiarato durante il Business Club andato in scena ieri a Trigoria. «L’allenatore deve essere maniacale. Ho sempre saputo di fare questo mestiere, ma ho cominciato a dirlo alle persone a me vicine negli ultimi 5-6 anni della mia carriera. E poi non è semplice fare questo mestiere: un conto è essere un giocatore intelligente tatticamente, come lo ero io, un conto è trasferire quei concetti da allenatore ad altri calciatori, cercando di coinvolgerli». Ci sta riuscendo, ed è uno dei motivi per cui piace tanto alla viola.


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