Palladino cambia la Fiorentina: come giocherà dopo Italiano

Duttile, empatico, mai sopra le righe: il tecnico del Monza è in pole per la panchina dei toscani, sceglierà tra il 3-4-2-1 e il 4-2-3-1
Niccolò Santi
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FIRENZE - La Fiorentina punta Raffaele Palladino per il dopo Italiano. Un allenatore giovane e di prospettiva, che era già in lista assieme ad Alberto Gilardino, Daniele De Rossi e Alberto Aquilani, salvo prendere quota nelle preferenze della dirigenza viola. Il tutto se, come sembra, il tecnico siciliano non proseguirà la sua avventura a Firenze, a prescindere dalla possibilità che centrando almeno l'Europa League scatti la clausola a favore del club per il rinnovo annuale. Prolungamento che per Palladino appare lontano perché, come precisato da Adriano Galliani, le parti si incontreranno il 27 maggio (quindi a campionato finito) per discutere il da farsi. Ma la sensazione è che il suo ciclo a Monza volga al termine e che sia arrivato il momento di tentare il salto di qualità. Il contratto dell'allenatore campano - ricordiamo - scadrà a giugno.

Lo staff tecnico di Palladino

Nel caso in cui Palladino lasciasse il club brianzolo potrebbe portarsi dietro una parte esigua del proprio staff tecnico. Il motivo è presto detto: il suo profilo, per quanto appetibile, è quello di un allenatore giovane e da poco inserito nel campionato maggiore. Fino al 2022 infatti sedeva sulla panchina della Primavera del Monza (già dal 2019 era nell'organico tecnico del Settore Giovanile biancorosso), poi subentrò in prima squadra al posto di Giovanni Stroppa che fu esonerato il 13 settembre dello stesso anno. Si portò dietro uno staff giovane che non è automatico venga confermato altrove. Soprattutto il suo vice, Stefano Citterio, da considerarsi un uomo legato alla società. Al contrario potrebbe seguirlo il collaboratore tecnico Federico Peluso, ex difensore in particolare di Atalanta, Juventus e Sassuolo. Altro papabile è Giulio Donati, pure lui difensore per l'appunto del Monza anche se ormai già virtualmente parte dello staff di Palladino. Che per inciso l'ha voluto con forza in squadra.

Palladino, i due moduli di gioco

L’attuale allenatore dei lombardi ha quasi sempre sfoderato un 3-4-2-1 molto offensivo, con gli esterni di centrocampo predisposti a spingere e i trequartisti alti. Tuttavia quest'anno, nel momento in cui le cose non sono andate bene, ha cambiato rotta passando al 4-2-3-1 e manifestando un'attitudine ben poco integralista. Palladino cambia, se necessario, e lo dimostra il fatto che, pur puntando sempre a proporre calcio attraverso il possesso palla e la costruzione dal basso, ha favorito le verticalizzazioni quando a gennaio è arrivato Milan Djuric. Dal punto di vista personale sa come entrare in empatia con il gruppo e si presenta bene in conferenza stampa, mostrandosi preparato e mai sopra le righe. Il suo atteggiamento "aziendalista" ricorda quello di Italiano. Ma il vero riferimento è Gian Piero Gasperini, che ha sempre definito un maestro. Si tratterebbe, insomma, di un cambiamento in linea con la strada tracciata a Firenze. Proprio come da premesse.


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