Fiorentina, perché ora il problema inizia ad essere serio

Leggi il commento sulla squadra viola, uscita sconfitta dal match contro l'Atalanta
Fiorentina, perché ora il problema inizia ad essere serio© LAPRESSE
Alberto Polverosi
4 min

La Fiorentina ha giocato i migliori 45 minuti della sua stagione e li ha chiusi sotto di un gol. Poi ne ha giocati altri 45 e, un po’ per De Gea, un po’ per imprecisioni varie degli atalantini, ha rischiato di prenderne altri quattro. Il problema comincia ad essere serio anche perché ieri, messo sotto pressione da più parti, Palladino aveva cambiato il sistema, via un attaccante esterno (fine del 3-4-2-1) e dentro un centrocampista in più. Studiando l’Atalanta, la sua forza e la qualità dei suoi interpreti, aveva pensato di proteggersi un po’ di più, tantoché, persa palla, la Fiorentina difendeva con 5 uomini, 4 centrocampisti più Kean. E non è bastato. Per questo il problema si fa serio, perché pur con un’attenzione maggiore alla fase difensiva la squadra ha continuato a imbarcare acqua da tutte le parti. La Fiorentina ha giocato 6 partite ufficiali e solo col Venezia non ha preso gol, fra campionato e Conference di reti ne ha subite 10 che, col secondo tempo di Bergamo (e col primo di Parma...), potevano essere anche di più. Stessa difesa a tre e con la stessa eccessiva quantità errori.

Primo gol: sul cross di Lookman, Retegui è saltato da solo in area piccola, Ranieri si è fatto superare dalla traiettoria del pallone e Mandragora non ha accorciato. Secondo gol: sul cross di Ederson, Ranieri si è fatto saltare in testa da De Ketelaere e De Gea è rimasto inchiodato in porta. Terzo gol: Dodo si è fatto rubare palla a metà campo da De Ketelaere, lancio immediato, prodezze varie di Lookman e sul suo tiro finale Ranieri gli ha girato la schiena. Abbiamo preso in esame solo i gol, perché le occasioni della ripresa sono state troppe. Ora, Ranieri è coinvolto in tutt’e tre i gol, ma vediamo un attimo come lo hanno trasformato e non certo aiutato in questi anni: a Salerno era l’esterno di sinistra del centrocampo a cinque, a Firenze è rimasto come difensore di centrosinistra in una linea a quattro, con Palladino è diventato terzo difensore di sinistra in una linea a tre e ora centrale per consentire a Biraghi, il capitano, di giocare in una posizione a lui più congeniale (si fa per dire), cioè sul centrosinistra. Sarà un po’ frastornato?

Adesso l’alternativa a disposizione dell’allenatore è il ritorno alla difesa a quattro, quella che Vincenzo Italiano, come fa a Bologna, tiene altissima. Magari Palladino la può abbassare un po’, ma se il primo tentativo di cambiamento è andato male, deve provare il secondo, perché ancora non ci siamo. Nel prossimo futuro un vantaggio ci sarà, per i viola, e forse fin dalla prossima partita contro la Lazio: il debutto di Gudmundsson. Che prenderà il posto di Colpani, il viola-fantasma di questo inizio di stagione. E poi, per cortesia, ma quanto ci vuole a capire che Ikoné non è da questi livelli? Tutte le volte che Italiano prima e Palladino adesso lo hanno fatto giocare dall’inizio o in corsa il risultato è sempre stato lo stesso. Zero. Non solo, per far entrare il francese (e Sottil) è rimasto in panchina Beltran, il cui ruolo (seconda punta, esterno, trequartista) è ancora da stabilire, ma almeno si sa che è un attaccante dal valore di 25 milioni, quanto lo ha pagato la Fiorentina. C’è qualcosa che non torna.


© RIPRODUZIONE RISERVATA