Pagina 2 | Palladino e Fiorentina a confronto sul mercato: ecco cosa chiede il tecnico

FIRENZE - La Fiorentina che si riunisce al Viola Park nelle sue componenti principali dirigenziali (direttore generale Ferrari, direttore sportivo Pradè) e tecniche (allenatore Palladino), con la supervisione ovviamente del presidente Commisso dagli Stati Uniti, già subito il giorno dopo l’ultima partita e che oggi incontrerà la stampa per un bilancio della stagione che diventa in automatico anche un documento programmatico - perché a parlare saranno sempre Ferrari e Pradè con il numero uno del club in collegamento-video da New York - è una cosa buona: significa che la Fiorentina si muove in anticipo, con linee-guida chiare e ambizioni altrettanto precise.

Fiorentina e Palladino, la ripartenza

E un comune denominatore: ripartire tutti insieme uniti e convinti, azzerando le distanze che appartengono anch’esse a un percorso di crescita se non sono divisive. Un passo in avanti Palladino, chiamato dalla società a migliorare la gestione dei calciatori e a intervenire con più prontezza nei cambi dei sistemi di gioco; un passo in avanti la società per supportare l'allenatore (anche) in questo. Sempre per trovare un punto d’incontro che metta la squadra al centro. Una squadra che sia più forte nell’anno del centenario della Fiorentina, una squadra che vada oltre gli errori che hanno impedito di conquistare un’Europa più nobile in campionato e di essere domani in campo a Breslavia per la finale di Conference. Palladino ha chiesto non da ieri di evitare un’altra rivoluzione sul mercato (sarebbe la terza da estate a estate), confermando in blocco dieci-dodici calciatori dell’attuale gruppo e a quelli affidare il compito di essere la base solida e competitiva della nuova stagione.


© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Fiorentina

De Gea e Kean i pilastri viola

Kean e de Gea in primis in questa lista, ovviamente: il portiere spagnolo («voglio ringraziare la società, i miei compagni e i tifosi della Fiorentina: abbiamo dato tutto quello che avevamo. Ora è il momento del relax e delle riflessioni», ha scritto su Instagram) con il suo rendimento da portiere super, il centravanti ex Juventus («mi sento bene e voglio fare ancora di più: Firenze mi ha aiutato tantissimo perché avere una città così alle spalle e compagni così accanto è indescrivibile», ha dichiarato a Dazn alla fine della partita di Udine) con i 25 gol del suo clamoroso rilancio. Convincerli a rimanere e tenerli entrambi sarebbe di per sé una dichiarazione d’intenti (e viceversa in negativo): per de Gea, ad esempio, cercato con insistenza dal Monaco, la Fiorentina starebbe pensando ad un rinnovo addirittura fino al 2028.

Gudmundsson verso il bis, Zaniolo ai saluti: il punto sui prestiti

Subito dopo e neanche tanto vengono i prestiti, che sono otto e rappresentano il vulnus delle ambizioni: una Fiorentina che riparta da Gudmundsson magari con prestito-bis, oltre che da Fagioli e Gosens già certi di restare (Zaniolo è out, Colpani, Adli e Folorunsho in bilico e ora più no che sì, Cataldi verso il sì), è un conto, senza un altro. Idem dicasi per Dodo e Mandragora, due valori aggiunti in stagione, alle prese per motivi differenti con la questione rinnovo che è stringente per il centrocampista campano e non per l’esterno brasiliano, e per la difesa in blocco. De Gea e Kean, Fagioli e Gosens, Cataldi e Gudmundsson, Dodo e Pongracic, Pablo Marí e Mandragora, Ranieri e Comuzzo, e aggiungiamo Ndour in cui Palladino e il club credono molto, poi tornano Valentini da Verona e Fortini dalla Juve Stabia, più intanto i 17,5 milioni del Brentford che ha deciso di riscattare Kayode: tredici conferme, due ritorni che contano. La base c’è: adesso gli innesti per il salto definitivo di qualità.

 

 

 


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De Gea e Kean i pilastri viola

Kean e de Gea in primis in questa lista, ovviamente: il portiere spagnolo («voglio ringraziare la società, i miei compagni e i tifosi della Fiorentina: abbiamo dato tutto quello che avevamo. Ora è il momento del relax e delle riflessioni», ha scritto su Instagram) con il suo rendimento da portiere super, il centravanti ex Juventus («mi sento bene e voglio fare ancora di più: Firenze mi ha aiutato tantissimo perché avere una città così alle spalle e compagni così accanto è indescrivibile», ha dichiarato a Dazn alla fine della partita di Udine) con i 25 gol del suo clamoroso rilancio. Convincerli a rimanere e tenerli entrambi sarebbe di per sé una dichiarazione d’intenti (e viceversa in negativo): per de Gea, ad esempio, cercato con insistenza dal Monaco, la Fiorentina starebbe pensando ad un rinnovo addirittura fino al 2028.

Gudmundsson verso il bis, Zaniolo ai saluti: il punto sui prestiti

Subito dopo e neanche tanto vengono i prestiti, che sono otto e rappresentano il vulnus delle ambizioni: una Fiorentina che riparta da Gudmundsson magari con prestito-bis, oltre che da Fagioli e Gosens già certi di restare (Zaniolo è out, Colpani, Adli e Folorunsho in bilico e ora più no che sì, Cataldi verso il sì), è un conto, senza un altro. Idem dicasi per Dodo e Mandragora, due valori aggiunti in stagione, alle prese per motivi differenti con la questione rinnovo che è stringente per il centrocampista campano e non per l’esterno brasiliano, e per la difesa in blocco. De Gea e Kean, Fagioli e Gosens, Cataldi e Gudmundsson, Dodo e Pongracic, Pablo Marí e Mandragora, Ranieri e Comuzzo, e aggiungiamo Ndour in cui Palladino e il club credono molto, poi tornano Valentini da Verona e Fortini dalla Juve Stabia, più intanto i 17,5 milioni del Brentford che ha deciso di riscattare Kayode: tredici conferme, due ritorni che contano. La base c’è: adesso gli innesti per il salto definitivo di qualità.

 

 

 


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