De Gea e Kean i pilastri viola
Kean e de Gea in primis in questa lista, ovviamente: il portiere spagnolo («voglio ringraziare la società, i miei compagni e i tifosi della Fiorentina: abbiamo dato tutto quello che avevamo. Ora è il momento del relax e delle riflessioni», ha scritto su Instagram) con il suo rendimento da portiere super, il centravanti ex Juventus («mi sento bene e voglio fare ancora di più: Firenze mi ha aiutato tantissimo perché avere una città così alle spalle e compagni così accanto è indescrivibile», ha dichiarato a Dazn alla fine della partita di Udine) con i 25 gol del suo clamoroso rilancio. Convincerli a rimanere e tenerli entrambi sarebbe di per sé una dichiarazione d’intenti (e viceversa in negativo): per de Gea, ad esempio, cercato con insistenza dal Monaco, la Fiorentina starebbe pensando ad un rinnovo addirittura fino al 2028.
Gudmundsson verso il bis, Zaniolo ai saluti: il punto sui prestiti
Subito dopo e neanche tanto vengono i prestiti, che sono otto e rappresentano il vulnus delle ambizioni: una Fiorentina che riparta da Gudmundsson magari con prestito-bis, oltre che da Fagioli e Gosens già certi di restare (Zaniolo è out, Colpani, Adli e Folorunsho in bilico e ora più no che sì, Cataldi verso il sì), è un conto, senza un altro. Idem dicasi per Dodo e Mandragora, due valori aggiunti in stagione, alle prese per motivi differenti con la questione rinnovo che è stringente per il centrocampista campano e non per l’esterno brasiliano, e per la difesa in blocco. De Gea e Kean, Fagioli e Gosens, Cataldi e Gudmundsson, Dodo e Pongracic, Pablo Marí e Mandragora, Ranieri e Comuzzo, e aggiungiamo Ndour in cui Palladino e il club credono molto, poi tornano Valentini da Verona e Fortini dalla Juve Stabia, più intanto i 17,5 milioni del Brentford che ha deciso di riscattare Kayode: tredici conferme, due ritorni che contano. La base c’è: adesso gli innesti per il salto definitivo di qualità.