De Boer: «Juve, l'Inter non ha paura»

Il tecnico nerazzurro in conferenza stampa stimola la squadra: "Il cuore non basta, serve la testa. Sto facendo il meglio per far migliorare la squadra. Serve tempo, ma cresceremo".
Frank De Boer - Inter: difensore© ANSA
Andrea Ramazzotti
6 min

INVIATO AD APPIANO - Frank De Boer è fiducioso in vista di Inter-Juventus e convinto che la sua squadra reagirà dopo il ko contro l'Hapoel Beer Sheva.

De Boer, si aspettava questa situazione quando ha detto sì all’Inter?
Quando sei l’allenatore dell’Inter c’è sempre pressione, devi sempre fare risultati. L’ho detto due settimane fa: non si può cambiare tutto in 2-3-4 settimane. Stiamo lavorando bene per migliorare giorno dopo giorno. E lo stiamo facendo; in un certo senso qualcosa lo abbiamo già fatto. La pressione è alta, ma per me non è un problema. Mi posso guardare nello specchio e sono convinto che stiamo facendo il meglio per l’Inter, per ottenere buoni risultati. Sono convinto che riusciremo a farcela. C’è un processo che va portato avanti e sono convinto che andremo avanti bene. Il nostro progetto va avanti.

La Juventus è l’avversaria peggiore in questo momento?
Giochiamo contro una grande squadra e ho un grande rispetto per la Juventus. Il calendario va accettato ed è indubbio che loro stanno facendo bene da anni. Noi però non siamo impauriti. Dobbiamo lavorare come una vera squadra per ottenere un grande risultato ed essere aiutati anche dai tifosi. Batterli è difficile, ma l’Inter ci è riuscita lo scorso anno in Coppa Italia. Se riusciremo a mettere sul campo quella combattività, potremo ottenere un buon risultato.

Perché un tifoso dell’Inter, dopo aver visto le prime 4 partite, deve essere fiducioso?
Perché è un tifoso dell’Inter e deve supportare la squadra, spingerla avanti, credere nei giocatori. Nei momenti difficili è importante l’appoggio di tutti. Contro la Juventus abbiamo bisogno dell’aiuto della nostra gente, del calore di tutti: può essere utile per tirar fuori qualcosa di più.

Si aspettava di finire sotto processo dopo 4 partite?
Mi ero fatto un’idea di quello che mi aspettava quando sono venuto in Italia. Ci sono cose da migliorare per far vedere sul campo la mia filosofia. Ho l’appoggio dei dirigenti e so che devo lavorare duro per arrivare dove vogliamo. Ho fiducia e sono convinto che usciremo da questo momento.

Perché sta cambiando molto in questo inizio di stagione? Non sarebbe il caso di far giocare sempre gli stessi uomini e magari utilizzare lo stesso schema dello scorso anno?
In futuro sarà così e la situazione sarà più chiara sotto l’aspetto tattico. In questo periodo giochiamo spesso e devi bilanciare le energie di tutti. Non si può rischiare di andare incontro a infortuni e bisogna “proteggere” tutti i giocatori. Ogni allenatore vorrebbe sempre schierare gli stessi giocatori per trovare i giusti automatismi e per questo a volte bisogna rischiare e cambiare.

Come prepara le partite? Lavora in maniera diversa a seconda dell’avversario?
Abbiamo un bello staff per analizzare le partite e poi io arrivo a una decisione, a come possiamo essere pericolosi. Analizziamo ogni avversario come la Juventus e non cambiamo il nostro modo di lavorare. Possiamo cambiare qualche dettaglio, pressare più alto o più basso, ma siamo sempre l’Inter, abbiamo il nostro gioco e vogliamo creare dei pericoli. Non vi dico come giocheremo contro la Juventus, ma stiamo cercando di impedire loro essere pericolosi.

Inter-Juventus non è “solo” una partita di calcio, ma una rivalità tra due grandi club. Sente maggiormente la partita rispetto alle altre?
E’ una partita speciale per tutti e i tifosi si aspettano molto. Anche per me è una gara speciale. Lo stadio sarà pieno e ci sono grandi motivazioni e pressione, ma i campionati non si vincono solo battendo la Juventus, bensì conquistando punti contro tutti, per tutta la stagione. La motivazioni in partite così arrivano senza doverle tirar fuori: i ragazzi daranno il massimo e lo faranno anche contro l’Empoli e il Bologna. E’ necessario mantenere sempre alta l’attenzione e dare sempre il 100%. Lo dico sempre loro anche in allenamento e spero che mi ascoltino.

Questo è il momento più complicato della sua carriera da allenatore?
Ho avuto risultati difficili anche all’Ajax, un grande club, e anche lì le pressioni c’erano. Io do il massimo e cerco sempre di prendere le decisioni giuste. I risultati non si possono cambiare, ma pressione si abbassa se le cose iniziano ad andare meglio. Per me la pressione non è un problema e posso sopportarla.

Moratti ha detto che giovedì la squadra sembrava stessa facendo un allenamento, non giocando in Europa League. Come farà ad evitare che un simile errore si ripeta?
Domani è un’altra storia, un’altra gara. Se giochi contro la Juventus non è difficile essere motivati, tutti vorrebbero giocare e dimostrare il proprio valore e quello di cui sono capaci di fronte a tutto il mondo che guarda. Sono convinto che abbiamo giocatori in questa squadra che possono far bene contro la Juventus, ma anche contro l’Empoli e nelle gare successive. Dobbiamo rispettare la Juventus, ma approcciarci bene anche nelle sfide successive. E fatemi aggiungere una cosa… Giovanni Van Broonkost, il tecnico del Feyenoord, lo scorso anno ha perso 7-8-9 partite di fila e una parte della società voleva licenziarlo. Ora il Feyenoord ha battuto lo United e chi voleva licenziarlo, festeggia con lui. Io ho sempre pensato che sia un grande allenatore e adesso sta ottenendo i risultati che merita. Nel calcio a volte ci vogliono tempo e pazienza di aspettare che le cose si mettano a posto. Io però non voglio perdere 8-9 partite di fila…


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