MILANO – Se la vendetta è un piatto che va servito freddo, Diego Falcinelli ha vestito i panni del conte di Montecristo e quasi 10 anni dopo il ‘gran rifiuto’ ha steso oggi con una doppietta quell’Inter che qualche tempo fa aveva ‘spezzato’ il suo sogno da 16enne.
Uno 'sgarbo' che complica i piani europei di Stefano
Pioli, forse condizionandone persino il futuro sulla panchina della creatura di
Suning, e agevolando il sorpasso del
Milan (
ora sesto) sui nerazzurri. E pensare che il bomber del
Sassuolo - dalla scorsa estate in prestito nel
Crotone che sta spingendo a suon di gol (11 finora in campionato) in una disperata corsa alla salvezza - nella stagione 2007-08 vestiva la maglia nerazzurra, compagno di squadra negli Allievi Nazionali di un certo Mario
Balotelli (classe 1990 ma già in orbita Primavera) e di Mattia
Destro (classe 1991 come il perugino '
Dieguito').
Due predestinati, due talenti puri che hanno solo in parte rispettato le attese ma ai quali allora era praticamente impossibile rosicchiare spazio. Tanto che alla fine dell’annata l’Inter rispedì al mittente Falcinelli, forse meno dotato fisicamente e meno talentuoso dei suoi colleghi di reparto, ma pronto a sudare per ripartire e rincorrere il suo sogno nei dilettanti della Pontevecchio.
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GAVETTA E GOL - Sudore, cuore, carattere, sfrontatezza e fame oltre - ovviamente - ai gol: questi gli ingredienti che gli hanno consentito di convicere il Sassuolo ad acquistarlo e di risalire la china anno dopo anno, campionato dopo campionato, prestito dopo prestito.
Prima al
Foligno in
Lega Pro, poi in
Serie B nella
Juve Stabia, nel
Lanciano e nel suo
Perugia (memorabile il gol nel derby pareggiato 2-2 con la
Ternana al 'Curi' e la corsa sotto la Nord da vero tifoso) prima di tornare alla base l’anno scorso. E dopo un campionato in Emilia, servito ad ‘assaggiare’ la Serie A (2 gol e 2 assist entrando spesso dalla panchina), ecco la grande chance con il
Crotone di Davide
Nicola, che gli consegna una maglia da titolare e i galloni del ‘rigorista’. Un titolo che lui legittima con tre centri su tre dagli undici metri (resistendo quando serve anche alle mire espansionistiche del compagno
Trotta).
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