Il dream team di Zhang: il top player Marotta e il dna Inter

Zanetti e Oriali le due bandiere, Antonello ha il cuore nerazzurro. E il ds Ausilio è cresciuto in casa
Il dream team di Zhang: il top player Marotta e il dna Inter© Inter via Getty Images
Andrea Ramazzotti
4 min

Un mix di interisti doc e gente abituata a vincere. La dirigenza e lo staff tecnico che Steven Zhang ha scelto per riportare in alto la sua Inter è degna di un top club europeo e dalla costruzione di una “squadra” di manager di primo livello il numero uno nerazzurro è voluto partire per andare alla caccia della Juventus. Lo ha fatto selezionando professionalità di indubbio valore che arrivano da esperienze trionfali in altri club (Marotta e naturalmente anche Conte), ma anche valorizzando il Dna interista con le bandiere Zanetti e Oriali, la competenza del ds Ausilio, da vent’anni fedele alla “causa”, e il cuore nerazzurro dell’ad corporate Antonello.

JUVENTINITÀ? NO 

Non pensate che gli acquisti di Marotta, Conte e dei suoi collaboratori nascondano la volontà di “juventinizzare” l’Inter. Zhang junior è rispettoso della tradizione dell’Inter e dei suoi valori, quelli che Massimo Moratti gli ha trasmesso in tante chiacchierate e che lui stesso ha memorizzato fin dai primi suoi mesi a Milano, ma vuole vincere e ha individuato nell’ad nato a Varese e nel tecnico salentino le migliori professionalità presenti sul mercato. Ecco perché ha fatto di tutto per anticipare la concorrenza e per portarli a lavorare nella sua società. Indipendentemente dal loro passato a strisce bianconere. Se la mossa si rivelerà giusta lo dirà il tempo, ma le prime indicazioni sono senza dubbio positive perché, se da un lato Marotta sta dando una nuova organizzazione a tutto il club grazie all’esperienza maturata nel suo trionfale periodo alla Juve, dall’altro Conte sta aggiungendo la sua ossessione per la vittoria a un ambiente già di per sé desideroso di tornare ai fasti del passato dopo stagioni ricche solo di delusioni. Antonio non ha ancora iniziato a lavorare sul campo, dove è famoso per “torchiare” i giocatore e far memorizzare loro ogni singolo movimento, ma in sede è già di casa: cura nei dettagli il precampionato e soprattutto influenza il mercato con telefonate ai calciatori in rosa (fin dall’inizio ha voluto tutti i cellulari dei giocatori e qualche chiamata l’ha già fatta) e ai nuovi acquisti, per spingerli a scegliere l'Inter. Un “martello” a 360 gradi che picchia su un unico tasto: quello della vittoria.

DNA NERAZZURRO

A fianco di Marotta e Conte però c’è la tradizione interista, un elemento che non poteva mancare e che è caro anche alla Curva Nord. Il ds Ausilio, che a breve rinnoverà il suo contratto come il suo braccio destro Dario Baccin e il direttore del vivaio Roberto Samaden (14 scudetti più altri 10 trofei dal 2010 a oggi), all’Inter ha iniziato da segretario della “cantera” e ha fatto tutta la scalata fino a ricoprire anche il ruolo di responsabile dell’area tecnica della prima squadra. Come uomo di fi ducia del dt Branca c’era nella stagione del Triplete e c’è stato tutte le annate successive, anche se si sono alternate tre proprietà. In società non manca la bandiera Javier Zanetti, anche mercoledì in sede al pranzo con tutti i top manager: l’argentino, vero simbolo dell’essere interista, ricopre il ruolo di vice presidente ed è l’ambasciatore del club nel mondo, un idolo ancora amatissimo dai tifosi. A una bandiera, però, da qualche settimana se n’è aggiunta un’altra: Oriali. Lele sarà il “capo” alla Pinetina, il dirigente che fungerà da raccordo tra la società e la squadra. Marotta lo avrebbe messo sotto contratto indipendentemente da chi fosse stato l’allenatore, ma con Conte in panchina la scelta è stata (se possibile) ancora più… automatica visto il rapporto creato tra i due in Nazionale. In più c’è Alessandro Antonello, l’uomo dei conti che deve tenere distinti (mica facile in certe occasioni…) il cuore del tifoso (è interista dalla nascita) e la razionalità del professionista. E’ lui che adesso sta seguendo in prima persona la vicenda del nuovo San Siro, la nuova casa che il club proiettato nel domani dividerà con il Milan.


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