Esposito esclusivo: "Razzisti, siete vecchi!"

La giovane stella azzurra dell'Inter ha abbracciato Lukaku dopo il gol al Lecce e sta preparando il Mondiale con la nazionale baby: "Il problema è dei grandi, noi giovani siamo l’esempio di vera integrazione Clima da cambiare, i tifosi non sanno che ferite provocano con un coro"
Esposito esclusivo: "Razzisti, siete vecchi!"© Inter via Getty Images
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Come fai a togliere la gamba in un contrasto (anche in allenamento), se da ragazzino tra le vie di uno dei quartieri più difficili di Castellammare di Stabia ti hanno insegnato che il calcio può essere un’opportunità di riscatto sociale? Come puoi pensare che la pelle di un colore diverso è motivo di discriminazione, se cresci insieme a italiani di seconda generazione con cui condividi amicizie, esperienze e persino il dialetto? Sebastiano Esposito ha 17 anni. Diciassette. E ragiona come un trentenne navigato. Su un campo di calcio sembra quasi danzare... solitamente dribbla gli avversari fino a far venire loro il mal di testa. Eppure, il funambolo un po' attaccante e un po' fantasista non si smarca da quelle che sente come proprie responsabilità. Siamo andati a trovarlo al Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma durante il raduno della Nazionale che sta preparando i prossimi Mondiali Under 17 in Brasile (26 ottobre-17 novembre). In un'intervista esclusiva ha risposto a tutte le nostre curiosità: le ambizioni di un’Italia ricca di talento (vice campione d’Europa), il rapporto con l’Inter e con Antonio Conte (che lo adora), gli idoli di una vita e il rapporto speciale con Salvatore, fratello poco più grande di lui. E ci ha parlato senza filtri di razzismo e dell'importanza dei giovani per una vera rivoluzione culturale.

Perché quella faccia? Non succede alla vostra età?
«Mai. È roba da grandi, purtroppo. Ma noi giovani possiamo invertire questo clima. Abbiamo il dovere di provarci perché siamo l'esempio di un'integrazione possibile, da quando andiamo a scuola a quando scendiamo in campo. Qui in Nazionale ci sono Udogie e Tongya. Vi garantisco che sono italiani tanto quanto me. I tifosi, per disturbare l’avversario a volte fanno delle cose senza rendersene conto. Non immaginano il danno che possono creare nella testa di un calciatore e le ferite che provocano»

Cagliari. Lukaku. Cosa ha pensato lei?
«Ero in panchina e penso che Lukaku sia stato un grande. Ha risposto ai razzisti facendo gol, senza alimentare polemiche, dimostrando chi aveva ragione e chi torto»

Parliamo di Nazionale. È il primo Mondiale della sua vita… sensazioni?
«Quando sento l’inno mi vengono i brividi. Io amo questa Nazione, non immaginate l’emozione che provo ogni volta che vengo convocato. Vivere un Mondiale da protagonista sarà bellissimo» 

Leggi l'intervista integrale sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola


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