Siamo proprio sicuri che Conte avrebbe voluto Messi all'Inter?

Lionel Messi, Barcellona-Arsenal: 6 aprile 2010© EPA
Ivan Zazzaroni
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Ieri notte, dopo aver mangiato pesantuccio - caponata, salsiccia e friarielli, tiramisù, caffé e ammazzacaffé - ho provato a immaginare cosa accadrebbe se Messi arrivasse all’Inter di Conte, operazione che - si sarà capito - considero irrealizzabile. Già: come la prenderebbe Antonio?, la domanda che mi sono posto tra una ribellione dello stomaco e un rimorso.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata l’inevitabile reazione di Marotta e l’effetto che produrrebbe. Quand’era alla Juve, Beppe provò a opporsi all’acquisto di Ronaldo esclusivamente per una questione di numeri, di equilibrio finanziario, e per questo non fu confermato da Agnelli: rischierebbe perciò di essere immediatamente silurato anche da Zhang. Potrebbe tuttavia trovare un caldo rifugio al Milan, non prima di aver ottenuto da Elliott le necessarie rassicurazioni sull’assenza di un progetto Neymar. Se poi il fondo non fosse in grado di tranquillizzarlo sul tema degli ”eccessi”, a Marotta resterebbe il Monza del suo pigmalione Galliani, che - attenzione, però - conquistata la A punterà ad aggiungere Messi, Cristiano, Neymar e magari anche Mbappé a Colpani, Barillà e Barberis.

Ma torniamo a Conte che - non me ne voglia: lo considero un grande - con la Pulce in squadra non avrebbe più motivo di lamentarsi di pacchetti preconfezionati, ristoranti troppo cari, divergenze con la società, spifferatori e spie. Messi gli sottrarrebbe la paternità di qualsiasi successo: facile vincere con un dio argentino, ci riuscirono in un altro secolo anche Bigon e Bianchi.

Rifacendomi all’indigestione che mi ha condannato a cattivi pensieri, alla fine ho pensato che Messi, per Conte, sarebbe come un piatto di caponata, salsiccia e friarielli e una bella porzione di sagne ‘ncannulate, il tutto accompagnato da tiramisù, caffè e ammazzacaffè. Un incubo.


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