Inter, più che idee serve continuità

Inter, più che idee serve continuità© Inter via Getty Images
Roberto Perrone
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Si fa presto a evidenziare i problemi dell’Inter, meno semplice è indicare delle soluzioni. Comunque questo, non per tirare il sasso e poi ritrarre la mano, è il lavoro dell’allenatore e del club. Di sicuro Simone Inzaghi and friends dovranno trovare rapidamente correzioni: la stagione più pazza del calcio non dà tregua e mercoledì a San Siro, di nuovo strapieno, arriva il Bayern Monaco, che non avrà più il prolifico Lewandowski ma è un vecchio avversario con enorme esperienza internazionale, uno di qui rivali pericolosi specializzati nel capitalizzare i regali altrui. E il primo e più evidente problema dell’Inter è che è una squadra molto generosa. Lo si è visto bene nelle tre segnature concesse al Milan. Senza togliere nulla alla bravura di Leao, due gol e un assist e di Giroud, però l’Inter subisce su palla persa da Calhanoglu (uno), su rimessa laterale con area piena di nerazzurri e il solo Giroud in mezzo, su grandissima giocato di Leao (tre), ma con una rinnovata presenza di belle statuine interiste. Nell’anno sociale 2021-22 l’Inter aveva subìto 32 gol in 38 partite, ora ne ha presi già 8 in 5, se continua così i conti sanguineranno.



Altre segnalazioni negative: gli esterni latinano. E nel 3-5-2 non è un problema secondario: Gosens, ingaggiato per sostituire Perisic, non è pervenuto, Dumfries è una pallida copia di quello che non fece rimpiangere Hakimi. Manca Lukaku, ma il suo inserimento non sembra facile, perché l’Inter di Inzaghi non è quella di Conte. Ecco, Simone ha fatto bene un anno fa, tenendo in vita la fiamma contiana, ma correggendola, integrandola ed è arrivato in fondo a una stagione positiva con due trofei in bacheca e lo scudetto conteso fino all’ultima giornata. Ora, naturalmente, tra le negatività dell’Inter ci sono anche le sue scelte, come Dzeko in panchina. Vero che il subentrato che segna ha sempre ragione, ma visto all’opera forse l’attaccante bosniaco poteva dare un contributo anche prima.

Però, al di là di tutto, l’impressione che si ha dell’Inter è che più che di idee abbia bisogno di un’ideologia, di qualcosa che leghi il tutto. Nel Milan, “Pioli is on fire” ancora, cioè tra alti e bassi, tra errori e colpi di genio, qualcosa brucia sempre tra i rossoneri. La continuità. L’Inter ha vissuto, un anno fa, uno splendido rito di passaggio da Conte a Inzaghi, ma ora deve andare avanti. Invece appare imbastita e incerta. Ha uomini e mezzi, accenda la sua fiammella.


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