Il Mondiale di Lautaro Martinez continua nell’Inter: 7 gol a gennaio

L’argentino è forse l’unico in Serie A rientrato dal Qatar in grande forma
Il Mondiale di Lautaro Martinez continua nell’Inter: 7 gol a gennaio© LAPRESSE
Fabrizio Patania
4 min

Altro che Toro, è diventato un cannibale del gol. L’effetto Qatar ha trasformato Lautaro, l’unico al mondo rigenerato (o moltiplicato) dal Mondiale. Simone Inzaghi e lo staff dell’Inter temevano il contrario. Esisteva il rischio “pancia piena” o, ancora peggio, un possibile calo di motivazioni provocato dalla panchina a cui lo avevano costretto il ct Scaloni e il sorpasso di Julian Alvarez, eletto in corsa scudiero di Messi. Come avrebbe reagito dopo il titolo vinto senza essere protagonista? La risposta è arrivata dal campo. Sette gol da gennaio. Un altro mese in formato Mondiale, come non si fosse mai fermato. Può darsi che giocare poco gli abbia permesso di mantenere la condizione. Di sicuro è tornato con più fame e una voglia di riscatto incontenibile. Dentro c’è anche la serietà del professionista super. Inzaghi non ne può fare a meno. Lo aveva escluso inizialmente, varando la formula del doppio centravanti Dzeko-Lukaku, solo nel big-match di inizio gennaio contro il Napoli. L’argentino, sganciato negli ultimi 26 minuti, era rientrato ad Appiano da pochi giorni. Poi non è più uscito, ogni volta titolare, giocando di fatto a tempo pieno.

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Un gol al Monza, uno al Verona, due alla Cremonese e la firma nel derby di domenica sera. Cinque squilli nelle ultime cinque giornate di campionato, sei presenze contando lo spezzone con il Napoli. Ora è salito a quota 12, ha agganciato Lookman e sembra il più serio candidato a contendere il trono di Osimhen, capocannoniere con 16 reti. Dentro il mese “mondiale” di Lautaro anche un gol al Parma negli ottavi di Coppa Italia e il sigillo del 3-0 a Riyad nella finale di Supercoppa. Mica male griffare due derby nel giro di venti giorni. Nel complesso Lautaro ha realizzato 7 gol in 9 presenze con l’Inter dopo la finale di Lusail.

Fame

La freschezza dell’interista, un cobra pronto a saltare di testa sull’angolo di Calhanoglu per spedire il Diavolo all’inferno, contrasta con l’immagine pallida di Giroud e Calhanoglu, rientrati stravolti dal Qatar. Ma basterebbe pensare a tanti altri giocatori (da Dumfries a Vecino e Milinkovic, passando per Vlahovic, Di Maria, Paredes) per decifrare il valore aggiunto di una Coppa del Mondo per l’attaccante di Bahia Blanca, a cui ieri sono arrivati anche i complimenti social di Diego Milito, altro suo grande predecessore all’Inter. Se il titolo di Doha gli ha consegnato un upgrade di personalità, la fascia di capitano ereditata dopo il caso Skriniar ha aumentato le sue responsabilità. Non è un dettaglio, fa parte della crescita professionale e del bagaglio di esperienza, già notevole, ad appena 25 anni. Lautaro non ha perso la fame, come ha raccontato a derby appena concluso. «L’ho già detto: vincere una Coppa del Mondo ti dà carica e lo considero il regalo più bello che ho avuto in carriera anche se in Qatar avevo dei fastidi a una caviglia e non potevo essere al top. Ho imparato tanto al Mondiale e provo a trasmetterlo in campo. Portare la fascia di capitano è un orgoglio: ho lavorato tanto da quando sono arrivato a Milano. Vincere il derby è speciale». I numeri lo premiano. Settimo gol in carriera al Milan, è già il secondo marcatore straniero nerazzurro nella storia del derby dietro a Nyers (11). Ha raggiunto quota 70 gol in 156 presenze di Serie A, salendo sul podio come terzo straniero dell’Inter dietro a Nyers e Icardi. Il totale della stagione dice 15 reti in 30 presenze. E ora torna Lukaku, il partner ideale. 


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