Inter, Barella senza sosta: è il motore scudetto

È tra i giocatori nerazzurri più impiegati da Inzaghi, ma il centrocampista non accusa cali di rendimento
Inter, Barella senza sosta: è il motore scudetto© LAPRESSE
Giorgio Coluccia
4 min

MILANO - Sulla carta può anche diventare l’uomo simbolo di questo sprint verso lo scudetto. Se diversi compagni accusano i sintomi di stanchezza primaverili, Nicolò Barella è tra i più in forma nell’Inter e non intende perdere un colpo. Mente lucida e polmoni pieni di ossigeno, con la possibilità di essere il trascinatore verso la seconda stella che per lui vorrebbe dire secondo titolo in maglia nerazzurra dopo quello di tre anni fa. Il merito è di quel giallo pesante rimediato a fine gennaio nella finale di Supercoppa Italiana contro il Napoli, con la conseguenza di aver forzatamente saltato la seguente trasferta a Firenze in campionato. In quel periodo ha svolto un programma specifico di allenamento di dieci giorni, sfruttando l’assenza dal campo durata dal 23 gennaio al 4 febbraio. A tutti gli effetti l’occasione giusta per mettere benzina nelle gambe e ripartire di slancio, a maggior ragione dopo gli straordinari che quest’anno ha visto coinvolta l’intera Serie A anche durante le festività natalizie. Adesso il suo motore gira al massimo, in campo riesce a essere praticamente ovunque e non sembra accusare quella fatica che annebbia la mente nel momento in cui c’è da prendere la decisione migliore nei momenti chiave.

I nuovi obiettivi di Barella

Il recupero atletico impostato in pieno inverno lo sta facendo sprintare in primavera, come hanno dimostrato le ultime prestazioni. Contro l’Empoli ha messo in mostra tutto il suo smalto, ma già durante gli impegni con la Nazionale non si era minimamente risparmiato, anzi era riuscito anche a segnare contro l’Ecuador con tanto di fascia di capitano al braccio. Adesso punta a tornare al gol con la maglia dell’Inter, visto che il digiuno dura da oltre tre mesi, da quando aveva contribuito al successo in casa contro il Lecce prima di Natale. Una grossa chance, che corrisponde anche al più grande rimpianto delle ultime settimane, l’ha avuta a Madrid negli ottavi di Champions quando negli ultimi dieci minuti (sull’1-1) si è involato verso la porta avversaria e ha calciato tra le mani di Oblak con le ultime energie rimaste dopo una lunga volata.

Barella, un riferimento per i compagni

Il sardo classe 1997 ha smaltito in fretta la delusione europea e anziché accusare il contraccolpo è diventato un esempio per i compagni, con tanto di reset mentale e rincorsa sfrenata verso una pratica scudetto da chiudere. Dopodiché Barella penserà agli Europei con l’Italia di Spalletti, magari sfruttando l’onda lunga di un finale di stagione vissuto ad alti livelli. Di certo la seconda stella può rappresentare un’ulteriore iniezione di fiducia, soprattutto a livello psicologico e magari condendo l’ultimo sprint con qualche rete in più. Fin qui a referto sono soltanto 2, nella passata stagione erano state addirittura 9 tra campionato e Champions, ma c’è ancora margine per far lievitare il bottino personale. Soprattutto alla luce dell’attuale stato di forma che lo porta a schermare la difesa nel momento del bisogno e a essere presente a più riprese nelle azioni offensive, inclusi quei momenti in cui serve riempire l’area di rigore avversaria o supportare gli attaccanti. Inzaghi ovviamente non intende privarsene per preservare gli equilibri della squadra e non a caso l’ex Cagliari è il nerazzurro che ha giocato più partite (40) in questa stagione insieme a Mkhitaryan. In termini di minuti disputati, invece, con 2917 è il terzo più impiegato tra i giocatori di movimento dopo l’armeno inossidabile (3117) e poco dopo capitan Lautaro (2985). E adesso sta per arrivare la sgasata finale, per chiudere al meglio l’anno della seconda stella con una firma d’autore.


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