Inter, i manager di Oaktree incontrano Marotta e Antonello: cosa accadrà

Il fondo si definisce "investitore paziente": non deve cedere per forza, ma gestirà il club in una logica di valorizzazione
Alessandro F. Giudice

Ieri Oaktree ha preso possesso dell’Inter. In via della Liberazione erano già presenti Alejandro Cano e Katherine Ralph, managing directors del team Global Opportunities strategy (il primo è anche co-Head Europe) ricevuti da Marotta e Antonello. Si è aperta la fase di confronto col management nerazzurro, verso il quale il fondo nutre fiducia per i risultati sportivi ottenuti e per la comprovata capacità di pilotare il club in acque agitate. L’idea è dunque di proseguire in continuità. Seppure in maniera informale, il fondo americano lascia trapelare la volontà di guardare all’Inter con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Ciò non significa che non sarebbero valutate opportunità di uscita, ove si presentassero e risultassero vantaggiose, ma l’obiettivo primario è la creazione di valore economico sostenibile. Per fare questo – è la convinzione – sarà necessario attivare il classico circuito virtuoso tra crescita economica e risultati sportivi, due vettori di performance che si alimentano a vicenda. Come scritto nei giorni scorsi, Oaktree non aveva pianificato l’acquisizione dell’Inter: nel 2021 aveva scelto di finanziare Zhang, in un momento drammatico della vita del club in cui le mensilità di stipendi arretrati e la carenza di liquidità rischiavano di causare penalizzazioni minacciando perfino la capacità dell’Inter di iscriversi al campionato.

Oaktree, "l'investitore paziente"

Le risorse prestate da Oaktree servirono a Zhang per tamponare l’emorragia di cassa del club, stabilizzandone la posizione finanziaria. Come tutti i creditori, gli americani si aspettavano dal presidente cinese il rimborso entro la scadenza triennale, consapevoli del fatto che questo sarebbe arrivato necessariamente dalla vendita del club, stante l’impossibilità di Suning di trovare le risorse necessarie. Ciò non è accaduto e Oaktree ha dovuto azionare il piano alternativo, preparandosi a gestire l’Inter in una logica di valorizzazione. Non ci sono oggi compratori alternativi all’uscio né due diligence in corso e non è neppure detto che sarebbero presi in considerazione, se si presentassero, perché Oaktree non deve vendere ad ogni costo. A questo proposito, si definisce «un investitore paziente». Per quanto concerne il mercato, l’espressione chiave – ribadita anche nel comunicato – è il «focus iniziale sulla stabilità operativa e finanziaria». Ciò non esclude che Oaktree possa iniettare cassa, per coprire esigenze di liquidità o sostenere eventuali aumenti di capitale, ma ogni euro impiegato dovrà necessariamente prospettare, come a qualsiasi investitore finanziario, un ragionevole ritorno. Nel calcio i fondi prediligono in genere la costruzione di valore attraverso l’acquisizione di proprietà intellettuale, la valorizzazione del capitale umano e la crescita dei ricavi.


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La gestione della rosa

Su quest’ultimo fronte, Oaktree è un fondo generalista: difficilmente potrà mettere in campo la competitività nell’industria dei media dimostrata, ad esempio, da RedBird ma potrà sfruttare un brand oggi molto forte, che la proprietà cinese non ha valorizzato nei mercati geograficamente più ricchi. Sul tema del capitale umano, cioè del valore della rosa, i fondi prediligono calciatori giovani, nel pieno della curva di crescita, ad alto potenziale di generazione dei ricavi da player trading. Negli ultimi anni, spesso l’Inter si è invece mossa in direzione opposta: parametri zero, commissioni agli agenti, stipendi mediamente alti, giocatori maturi e di pronta resa ma investimenti dal valore terminale nullo. Oggi l’idea pare quella di lasciare margini di valutazione al management, nel quadro di un monte ingaggi che dovrà essere progressivamente ridotto per raggiungere una stabilità finanziaria oggi più vicina che nel 2021, ma ancora non raggiunta. Ciò che risulta chiaro è che la dirigenza potrà confrontarsi con una proprietà finalmente presente, da cui dovrebbero scendere linee-guida più precise che in passato. Niente smantellamenti né veti aprioristici: si valuterà (anche per i rinnovi) caso per caso, ma le scelte dovranno privilegiare la logica del valore. Il mercato estivo sarà il primo banco di prova per studiare le strategie della nuova proprietà.


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Ieri Oaktree ha preso possesso dell’Inter. In via della Liberazione erano già presenti Alejandro Cano e Katherine Ralph, managing directors del team Global Opportunities strategy (il primo è anche co-Head Europe) ricevuti da Marotta e Antonello. Si è aperta la fase di confronto col management nerazzurro, verso il quale il fondo nutre fiducia per i risultati sportivi ottenuti e per la comprovata capacità di pilotare il club in acque agitate. L’idea è dunque di proseguire in continuità. Seppure in maniera informale, il fondo americano lascia trapelare la volontà di guardare all’Inter con un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Ciò non significa che non sarebbero valutate opportunità di uscita, ove si presentassero e risultassero vantaggiose, ma l’obiettivo primario è la creazione di valore economico sostenibile. Per fare questo – è la convinzione – sarà necessario attivare il classico circuito virtuoso tra crescita economica e risultati sportivi, due vettori di performance che si alimentano a vicenda. Come scritto nei giorni scorsi, Oaktree non aveva pianificato l’acquisizione dell’Inter: nel 2021 aveva scelto di finanziare Zhang, in un momento drammatico della vita del club in cui le mensilità di stipendi arretrati e la carenza di liquidità rischiavano di causare penalizzazioni minacciando perfino la capacità dell’Inter di iscriversi al campionato.

Oaktree, "l'investitore paziente"

Le risorse prestate da Oaktree servirono a Zhang per tamponare l’emorragia di cassa del club, stabilizzandone la posizione finanziaria. Come tutti i creditori, gli americani si aspettavano dal presidente cinese il rimborso entro la scadenza triennale, consapevoli del fatto che questo sarebbe arrivato necessariamente dalla vendita del club, stante l’impossibilità di Suning di trovare le risorse necessarie. Ciò non è accaduto e Oaktree ha dovuto azionare il piano alternativo, preparandosi a gestire l’Inter in una logica di valorizzazione. Non ci sono oggi compratori alternativi all’uscio né due diligence in corso e non è neppure detto che sarebbero presi in considerazione, se si presentassero, perché Oaktree non deve vendere ad ogni costo. A questo proposito, si definisce «un investitore paziente». Per quanto concerne il mercato, l’espressione chiave – ribadita anche nel comunicato – è il «focus iniziale sulla stabilità operativa e finanziaria». Ciò non esclude che Oaktree possa iniettare cassa, per coprire esigenze di liquidità o sostenere eventuali aumenti di capitale, ma ogni euro impiegato dovrà necessariamente prospettare, come a qualsiasi investitore finanziario, un ragionevole ritorno. Nel calcio i fondi prediligono in genere la costruzione di valore attraverso l’acquisizione di proprietà intellettuale, la valorizzazione del capitale umano e la crescita dei ricavi.


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