Nervosismo Inter, Chivu deve lavorare sulla testa: cosa chiede alla squadra

I nerazzurri ancora una volta condizionati a livello di testa dopo un episodio non dipendente dalla loro volontà: così si rischia di regalare le gare
Pietro Guadagno
4 min

Ieri era il compleanno di Chivu: 45 anni da festeggiare in famiglia (come da post Instagram della moglie Adelina), decisamente meno alla Pinetina, dove era presente, come d'abitudine, la dirigenza al completo. L’allenatore nerazzurro, infatti, era ancora arrabbiato per come, contro il Napoli, i suoi giocatori - a cominciare da Lautaro - si sono fatti trascinare dal nervosismo, reagendo nel modo peggiore al parapiglia che si era scatenato davanti alla panchina del Napoli subito dopo il rigore di Calhanoglu. C’era tutto il tempo per inseguire il pareggio. Invece, uno svarione bis (ce n’era già stato uno per la rete di McTominay) ha permesso ad Anguissa di colpire per la terza volta e di chiudere i conti.  

Inter, pesa la fragilità caratteriale

Chivu è il primo a sapere che, all’origine di tutto, c’era il rigore del primo tempo. Non c’era, ma in ogni caso le possibilità per rimettere in piedi la partita erano intatte. Come, peraltro, si è visto in occasione del forcing di fine primo tempo. L’intervallo ha fatto male, però. Perché l’episodio è stato rivisto e i giocatori nerazzurri hanno avuto la certezza di aver subìto un’ingiustizia. Non è la prima volta, la speranza è che possa essere stata l’ultima. Una grande squadra deve avere la forza per accettarlo e andare avanti. L’Inter non l’ha fatto. Ripetendo situazioni del passato, in cui ha mostrato una poco comprensibile fragilità caratteriale.  

Chivu, il giusto messaggio all'Inter

Dopo la caduta con la Juve, Chivu si era lamentato della mancanza di cattiveria nel finale, quando invece di calciare via il pallone i suoi giocatori hanno preferito giocare, prestando il fianco alla rimonta degli avversari. Ebbene, adesso il suo lavoro si concentrerà anche nel far capire come sia fondamentale restare lucidi e non farsi condizionare da situazioni ed episodi, che, peraltro, non possono essere cambiati. Non a caso, in conferenza stampa, il tecnico rumeno non ha parlato del rigore del Napoli, ma solo dei difetti della sua squadra. Puntare il sito su quell'episodio avrebbe dato il messaggio sbagliato. Più importante lavorare per eliminare difetti e atteggiamenti sbagliati. 

Inter, i punti di forza

La verità è che l’Inter è una squadra molto forte innanzitutto tecnicamente. Ha una tale qualità da poter fare male a chiunque e in ogni momento. Alle difficoltà, però, non sempre reagisce nel modo giusto. Sabato sera se n’è avuto un esempio. Ma era già accaduto anche con Inzaghi che, in svantaggio, si facesse prendere dalla frenesia di recuperare, perdendo equilibrio e lasciando campo agli avversari (vedi secondo e terzo gol del Napoli). Inoltre, alla squadra nerazzurra capita di soffrire quando in campo si accende la battaglia, con la squadra rivale che riesce a trasformare la gara in bagarre, spostandola dal piano tecnico. Se poi, in mezzo al campo in particolare, gli avversari hanno elementi fisici e prestanti (doti che non abbondano nella rosa nerazzurra), ecco che i problemi aumentano ulteriormente. Si tratta, evidentemente, di mantenere freddezza e calma, facendo emergere i propri punti di forza. Ai tempi del Triplete, l’Inter faceva la differenza innanzitutto dal punto di vista mentale. E allora chi meglio di Chivu può insegnarlo? 


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