Agnelli: «Lo Stadium, il nostro gioiello»

Il presidente della Juventus ha parlato dell'impianto che è alla base di tanti successi della squadra e che ha portato indubbi vantaggi alla società: «L'idea di costruirlo è partita nel 1996 e da allora ci sono voluti 15 anni per finirlo. L'impianto ci è costato 150 milioni e abbiamo il 95% di saturazione: nessuno in Italia come noi. I ricavi da stadio sono passati dai 13 milioni del Comunale a 46 milioni, 9 dei quali arrivano dal no match day»
Andrea Ramazzotti
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MILANO - Lo Juventus Stadium è stato al centro dell'intervento di Andrea Agnelli al Wired Next Fest. Il presidente della Juventus ha parlato con orgoglio del suo gioiello descrivendo con minuzia di particolari i benefici che ha portato al mondo juventino. Prima però ha reso il doveroso omaggi ad altri due impianti a cui è legato: "Il primo stadio stadio per me resterà sempre quello di Villar Perosa: lì da bambino ho i primi ricordi dei campioni della Juventus. A Villar Perosa è iniziata la mia frequentazione della Juventus con mio padre, poi sono andato spesso al Comunale di Torino, un impianto che ci ha dato grandi soddisfazioni".


ECCO LO STADIUM - Il presente però è lo Juventus Stadium: "L'idea di costruirlo è partita nel 1996 e da allora passarono 12 anni perché iniziassero i lavori di demolizioni del Del Alpi. Sono durati altri tre, un tempo ragionevole per un impianto di quelle dimensioni. In tutto sono stati necessari 15 anni per rifare lo stadio e avere una nuova casa: ecco anche come si spiega il gap a livello calcistico tra l'Italia e il resto del calcio Europa. Lo stadio ci è costato 150 milioni e che sono stati versati interamente dalla società attraverso tre vie: la cessione dei diritti sul nome e i premium seats a un'agenzia, la cessione di diritti per il comparto est e attraverso il Credito Sportivo. Questa spesa così importante ci ha dato ragione a livello di numeri di spettatori visto che abbiamo il 95% di saturazione dell'impianto e, all'inaugurazione ha fatto sentire tutti fieri di essere juventini. I ricavi da stadio sono passati dai 13 milioni del Comunale a 46 milioni, 9 dei quali arrivano dal no match day. La dimensione secondo noi è quella giusta perché la metà degli juventini vengono da fuori Torino. Nella fase di progettazione non ci siamo concentrati su un impianto o su un altro in particolare anche perché abbiamo costruito lo stadio sopra il Delle Alpi e l'ala ovest è rimasta la stessa del Delle Alpi. Agnelli ha proseguito: "Non credo che la gente si ispirerà allo Juventus Stadium che è stato costruito pensando al calcio. Chi assiste alla partita sente di essere partecipe e sente di essere dentro al gioco. Abbiamo uno dei migliori impianti d'Europa e tanti ci vengono a chiedere consigli e informazioni su come lo abbiamo costruito. Ognuno deve avere uno stadio che rispecchi le sue caratteristiche e le sue necessità".


GAP DA COLMARE - Finale amaro sulla diversità del calcio italiano da quello delle altre nazioni: "Il gap con l'estero c'è ed è legato agli impianti sportivi. Noi a livello di stadio abbiamo colmato il gap con le altre grandi europee. Nel resto dell'Italia invece gli impianti risalgono agli anni '90, al Mondiale italiano. Ora puntiamo alla riqualificazione della zona proprio come è successo al Bernabeu di Madrid che, quando è stato costruito, era periferico mentre adesso è nel cuore della città. Abbiamo 13 di tifosi in Italia, 50 milioni in Europa e 180 in tutto il mondo. Siamo vincolati a giocare in Italia o in Europa nelle coppe europee, ma possiamo avere grazie ai social network un'interazione anche con i tifosi di tutto il mondo che per esempio hanno lavorato a qualche coreografia dando i loro consigli".


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