Allegri: Juve, difesa più forte del mondo. Pjanic top in Europa

Il tecnico campione d'Italia rivela tutti i retroscena della stagione incredibile dei bianconeri. «E vogliamo il sesto scudetto»
Juventus: Allegri (100%)© LaPresse
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ROMA - La cavalcata scudetto, il gruppo di campioni, la loro crescita, il mercato, il sogno della Champions e il titolo da difendere e confermare per la sesta volta consecutiva. E ancora, i segreti della società bianconera, le chiavi per costruire una squadra vincente, la dimensione mondiale della Juve. Massimiliano Allegri senza veli a Sky, protagonista di una tavola rotonda che ha svelato tutti i segreti del quinto trionfo consecutivo del club campione d'Italia.

SULLA RABBIA DI CARPI - Il lancio del cappotto, con gli emiliani a un passo da una clamorosa rimonta, è rimasto nella storia di questo campionato. «A Carpi quell'ultimo minuto è stato tremendo, abbiamo rischiato di vanificare tutta la nostra rincorsa. Ci sono momenti in cui bisogna arrabbiarsi e momenti in cui serve serenità, quello era il momento in cui non bisognava abbassare la tensione perché era l'ultima partita prima delle feste, della pausa, poteva cambiare tutto».

SULLE PARTENZE A HANDICAP - Le squadre di Allegri sono solite partire col freno a mano tirato. Quest'anno particolarmente...«Col Milan il primo anno abbiamo fatto cinque partite e 8 punti. Il secondo anno spesso inizio male, in tutte le squadre che ho allenato di solito iniziano a muovere le gambe da ottobre-novembre. Perché? perché lavorando più sui concetti che sulla ripetitività dei movimenti magari serve più tempo. E poi dal punto di vista fisico spesso serve tempo per ingranare. Quest'anno per capire la nostra situazione iniziale basta vedere la faccia di tutti noi quando prendiamo il secondo gol di Dzeko contro la Roma. Là si è capito che non eravamo ancora dentro la stagione, c'erano 10 giocatori nuovi, non eravamo ancora al top della condizione».

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KHEDIRA TOP MONDIALE. POGBA E DYBALA POSSONO CRESCERE ANCORA TANTO - «Siamo partiti anche senza Marchisio e senza Khedira, che veniva da due anni di stop: Sami è uno dei centrocampisti centrali più forti del mondo - continua Allegri - quei giocatori che gli dici mezza cosa e ti fanno la differenza. L'ho tolto a Monaco perché aveva finito la benzina. Se mi durava 10 minuti in più è più facile che passiamo piuttosto che essere eliminati. Pogba ha avuto una crescita esponenziale, ora gioca da calciatore maturo e nonostante questo può ancora crescere tanto, ogni tanto qualche stupidaggine la fa.

Quest'anno abbiamo giocato tante partite con 5-6 ragazzi del '92, '93. All'inizio venivo criticato. Dybala si vedeva che poteva diventare uno dei migliori al mondo, ma veniva dal Palermo, dove giocava una volta alla settimana. Al Palermo, al Sassuolo, vinci una partita, ne pareggi un'altra e va bene lo stesso. Alla Juventus è tutto diverso. Bisogna che imparino cosa vuol dire giocare alla Juventus. Dybala ha ancora tanti margini di miglioramento. Deve imparare a giocare col destro, a fare più assist. Anche Zaza ha avuto gli stessi problemi. La Juventus ha lavorato benissimo perché ha preso i giovani migliori, ma bisogna dar loro tempo. Zaza è cresciuto molto, quando sei alla Juve cresci, da noi quest'anno ha giocato molto bene quando è partito da fuori, con la grinta ch ha può fare il titolare all'Europeo».

PADOIN? TUTTI GLI ALLENATORI LO VORREBBERO - «Via Tevez, Pirlo e Vidal? Non mi sono preoccupato di questo, mi premeva sostituirli. Quando si prendono delle decisioni bisogna accettarle. Tevez e Pirlo erano partenze in programma, lo sapevamo. Padoin è stato messo in croce, ma è il giocatore che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Non gli si può chiedere un lancio da 60 metri, ma in alcuni momenti era l'unico che poteva dare equilibrio davanti alla difesa. I risultati non erano certo colpa di Padoin. Io dico sempre che l'allenatore più bravo è quello che fa meno danni»

JUVE, DIFESA PIÙ FORTE DEL MONDO - «La Juventus ha i difensori più forti del mondo. Non scordiamoci che abbiamo perso Caceres, che è al livello di Chiellini, Bonucci e Barzagli. Martin è un giocatore che ha piede, che gode nell'affrontare l'avversario uno contro uno. E quest'anno Chiellini, Bonucci e Barzagli insieme hanno giocato il 14-15% delle partite. Caceres mi è dispiaciuto molto averlo fuori e perderlo, è forte. Son contento di Rugani, è cresciuto molto difensivamente ma è migliorato molto nella distribuzione della palla e nella velocità del passaggio. Bonucci è un regista, è proprio per questo può migliorare ancora perché a volte può far girare il pallone più velocemente invece di fermarlo. ».

LA SVOLTA DELLA STAGIONE - «A Sassuolo abbiamo perso una partita subendo un tiro in porta su calcio di punizione e abbiamo fallito tre-quattro occasioni importanti. Dopo le parole di Gigi ci siamo guardati e ci siamo detti 'Ripartiamo dalle basi', pensiamo che siamo una squadra che lotta per salvarsi. E ripartendo da questo, abbiamo ricostruito una mentalità vincente, riuscendo a fare un filotto incredibile di 25 vittorie su 26 partite. Poi la buona sorte ci ha sicuramente aiutato, penso al derby col Torino vinto all'ultimo, da lì ho detto ai ragazzi di non guardare la classifica e di pensare partita per partita. Volevo arrivare a Natale a 6 punti dalla vetta, ma i ragazzi hanno fatto qualcosa di straordinario»

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MORATA, TOP PLAYER POLIVALENTE - «Morata è uno dei pochi al mondo che puoi combinare con tutti i giocatori di reparto. Con una prima punta, con una seconda punta, può fare l'esterno...Se il Real se lo riprende? Speriamo di no. L'anno scorso è stato divertente: appena arrivato, tirava sempre in porta. Sempre. Poi Tevez ha iniziato a guardarlo un po' di traverso, e allora ha smesso di tirare del tutto e gli ho dovuto dire: 'Oh, un po' di equilibrio'!»

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PJANIC TOP D'EUROPA - «Pjanic è Uno dei giocatori più bravi che ci sono in Europa. Ma mai e poi mai mi sarei permesso di telefonare a un giocatore di un'altra società, non l'ho mai fatto e mi è dispiaciuto sentirlo»

MAROTTA-PARATICI COPPIA D'ORO - «Marotta-Paratici penso sia davvero una coppia ben assortita. Marotta ha esperienza ed equilibrio, Fabio ha capacità e organizzazione, poi dei giocatori se ne parla insieme. Il mio identikit è che sappia giocare a calcio. Cosa gli ho chiesto? Abbiamo fuori per sei mesi Marchisio...I giocatori che ha la Juve, è difficile trovarli in Europa».

SULL'USCITA DALLA CHAMPIONS - « Lo scorso anno abbiamo fatto una finale, quest'anno abbiamo peccato a Siviglia dove dovevamo andare con un'altra cattiveria. Il Bayern è una squadra che gioca, dovevamo accettare l'uno contro uno ed essere aggressivi, cosa che non è accaduta all'andata. A Monaco abbiamo tenuto per settanta minuti, abbiamo pensato di avercela fatta e abbiamo fatto solo difesa, a vedere la partita pensavi che loro non avrebbero segnato mai».

ALEX SANDRO E EVRA - «Alex Sandro è fortissimo, giocatore che mentalmente ha fatto fatica a giocare più partite quest'anno, ma ha un fisico e un piede da campione, mette la palla dove vuole, può giocare anche a destra. Evra magari scende sulla fascia quattro volte di meno, ma ha un'esperienza enorme. Se guardate la partita di Firenze, è incredibile».

OBIETTIVI E AVVERSARI - «Bisognerà avere una gestione diversa soprattutto dei giocatori che arrivano dall'Europeo, ce ne sono diversi che possono arrivare fino alla fine e vincere. Vogliamo provare a vincere il sesto scudetto di fila che sarebbe un qualcosa di clamoroso, ma non sarà facile perché alle spalle abbiamo un Napoli che ha fatto tantissimi punti, una Roma che può migliorare e tante altre avversarie.

Sarri è stato bravissimo a rovesciare il triangolo di centrocampo costruito da Benitez e a costruire una grande squadra. Contro di loro a Torino quelli che avevano da perdere di più eravamo noi, se fossimo andati a -5 sarebbe stata dura. Non pensavo di vincerla, ho lasciato Alex Sandro a poter ripartire in contropiede ed è arrivato il gol»

FUTURO ALL'ESTERO - «Dopo la Juve mi piacerebbe allenare all'estero. Contatti col Chelsea? Mai avuti. A febbraio avevo già chiarito alla società che volevo restare alla Juventus»

TOTTI - «Totti il più grande di tutti .Spalletti si è trovato in un momento di difficoltà ed è stato bravo a trovare la quadratura della squadra e a ritrovare Totti come risorsa»

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