Juventus, attacco a due facce© Juventus FC via Getty Images

Juventus, attacco a due facce

Il migliore in A e il peggiore in Coppa: solo 5 reti in 5 sfide e Dybala a secco dal 19 aprile. I bianconeri segnano e a valanga: 37 gol in 13 partite in campionato non succedeva da oltre mezzo secolo. Il tallone d’Achille è la Champions
Alberto Polverosi
3 min

ROMA - Una sfinge, ecco cos’è la Juve oggi. E’ difficile penetrare nei suoi pensieri, difficile capirne l’essenza. E’ una squadra che segna a valanga? Sì: 37 gol in 13 partite di campionato, da oltre mezzo secolo non ne faceva così tanti. Anzi, no: 5 reti in 5 partite di Champions League, l’anno scorso allo stesso punto del girone ne aveva fatti 9. La Juve ha il miglior attacco della Serie A e il peggiore della Champions se si considerano le squadre attualmente al primo e al secondo posto di ogni girone. Potremmo capirci qualcosa di più se, in proporzione, la differenza-reti fosse simile fra campionato e coppa, ma non è così perché in campionato è a +23, in Champions è a 0. Morale: in Italia segna tanto e subisce tanto, in Europa segna poco e subisce molto: hanno incassato di meno Napoli, Inter e Roma in Serie A, Manchester United, Psg, Barça, Atletico Madrid, Besiktas e Tottenham in Champions.

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DYBALA COME IBRA? - Di fronte a una Juve così enigmatica, Allegri ha risposto senza approfondire troppo l’argomento: «Ogni annata è diversa dall’altra». Ma la differenza fra la versione italiana e quella europea è troppo evidente perché non vi sia almeno una spiegazione e magari è legata al giocatore che in Serie A fa la differenza e in Champions no. O almeno non allo stesso modo. Quest’anno Dybala ha segnato 12 gol in campionato, 2 in Supercoppa e 0 in Champions. In campionato è stato titolare 11 volte su 13, in Champions 5 su 5. Sgombriamo il campo da ogni equivoco: qui nessuno vuole mettere in discussione il talento di questo fenomeno. No. Qui si cerca di capire perché ancora in Champions non abbia raggiunto il livello della Serie A. Allegri ha allenato al Milan un altro giocatore strepitoso, uno da Pallone d’Oro, che non ha mai vinto perché pure lui entro i confini nazionali (italiani, francesi, inglesi, spagnoli e olandesi) vinceva tutto quello che c’era da vincere segnando a getto continuo, ma quando usciva in Europa, e specialmente quando arrivavano gli scontri diretti, quasi scompariva: Zlatan Ibrahimovic.

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