Juve, Pjanic e la lite con Sarri: ecco la verità

Il tecnico smentisce il duro confronto ma lo schiera titolare per mancanza di alternative
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Avanti con Miralem Pjanic. Per forza più che per scelta. Perché Sami Khedira, che avrebbe dovuto prendere il posto del bosniaco già in Coppa Italia, potrebbe anche aver concluso la sua stagione. Perché Aaron Ramsey è pronto «per uno spezzone». Perché Adrien Rabiot sta riuscendo nell'impresa di essere ancor più fuori contesto dello stesso Pjanic. Considerando anche le risposte negative di Federico Bernardeschi nelle ultime uscite, mezzala o esterno che fosse, ecco che del bosniaco la Juve non può ancora fare a meno. Nonostante rappresenti uno dei casi più scottanti da dover gestire in questa fase.

La tensione evidente tra Pjanic e Sarri

La tensione c'è ed è latente. Dopo i passi indietro di inizio 2020, la svolta al contrario è arrivata al termine della partita di Lione con relativa esclusione di Pjanic dal supermatch con l'Inter dell'8 marzo. Poi il lockdown, la trattativa con il Barcellona (ma anche Psg e Chelsea), il ritorno alla base e un atteggiamento che spesso non è piaciuto a Sarri e a qualche compagno anche durante gli allenamenti individuali. Nessun litigio però, il tecnico bianconero lo asserisce con forza: «Io penso che la storia del mio litigio con Pjanic sia una delle più grandi bufale della stagione. Forse è uno dei ragazzi con cui ho più contatto, confronto dialettico, forse uno dei ragazzi con cui ho rapporto migliore». Tornando alla cronistoria della stagione, ecco che si ricomincia a giocare e Pjanic rientra in ogni caso al suo posto, in cabina di regia, deludente in una Juve che delude. In condizioni normali tornerebbe a scaldare la panchina, anche solo per provare a scuotere un giocatore inizialmente al centro della rivoluzione sarrista e oggi simbolo di ciò che non sta funzionando. Ma le condizioni normali non ci sono e allora anche stasera a Bologna salvo clamorosi ripensamenti Sarri punterà su Pjanic, per una partita che saprà tanto di ultima chiamata per lui, che pure dovrà riuscire a trovare condizione e motivazioni sufficienti per riuscire a fornire un apporto degno della propria reputazione e delle aspettative juventine. 

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