ROMA - Persino il ministro Vincenzo Spadafora è accorso in aiuto del campionato di Serie A, colpito duramente dal virus. In effetti i 14 positivi del Genoa, 10 giocatori e 4 membri dello staff , possono considerarsi un vero e proprio focolaio nel cuore del calcio, che coinvolge anche Juventus-Napoli di domenica e sta ineluttabilmente spingendo a riflessioni. Il più possibile serene, e quelle del ministro dello sport su Sky lo sono: «Una tegola (a rigor di metafora sarebbe un fulmine ma non sottilizziamo, ndr) a ciel sereno. Il protocollo della Figc è molto serio e articolato. Per questo adesso, prese tutte le misure cautelative del Genoa, aspettando i risultati del Napoli, credo che il campionato sia ancora in grado di svolgersi nel modo previsto. Sentirò il presidente federale Gravina, la settimana prossima incontrerò il presidente della Lega, Dal Pino, e faremo il punto della situazione. Adesso vediamo che cosa succede. L’inizio del campionato diventa purtroppo anche una sperimentazione». Che porta con sé tutte le cautele opportune.
Che succede
Oggi in una riunione straordinaria del consiglio di Lega viene presa una decisione su Genoa-Torino, in programma sabato alle 18. L’orientamento è andare avanti con il calendario stabilito, anche per non creare un precedente. Si vedrà. Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, vorrebbe il rinvio, com’è ovvio sostenuto dal suo ds Daniele Faggiano, che dice a Telenord: «Spero nel buon senso della Lega». E Urbano Cairo, del Torino, che al contrario spinge perché si giochi. Bisogna ammetterlo: il timore degli organismi direttivi del calcio è che, se si accetta la linea del rinvio oltre un certo numero di positivi, a qualcuno venga in mente di fare il furbo e invocare cancellazioni di gare quando viene comodo. Anche per questo non sono state fissate norme su un numero massimo di positività e si è deciso di considerare chi non supera il tampone come un semplice infortunato. Con l’avallo dell’Uefa, che considera valida qualsiasi partita se ciascuna delle due squadra schiera almeno 13 uomini tra campo e panchina. [...]
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