© ANSA Juve, perché questo mercato non basta
La Juventus ha aumentato lo spessore del centrocampo con Locatelli e ha poi sostituito i gol sicuri di Ronaldo con i gol probabili e futuri di Kean. Pensarla più forte di un anno fa è impossibile. Può solo sperare che, attraverso quel naso da marinaio di Allegri, la barca trovi una sua rotta, anche se nelle prime uscite in mare aperto ha preso delle brutte ondate sui fianchi.
La Juve così rischia di non bastare per una lunga corsa allo scudetto come promette questo campionato per ora molto tecnico. Cinque punti di svantaggio su Inter, Lazio, Roma, Milan e Napoli (sua prossima avversaria al Maradona) sono già un distacco da recuperare. Ma ancora più preoccupante per i bianconeri è la distanza tecnica dalle altre squadre. Di nessuna delle sette sorelle si ha la certezza di un miglioramento netto, questo è vero, ma di sicuro c’è stata chiarezza di base nelle scelte e nella costruzione dell’organico.
La Juve si è fatta travolgere dal caso-Ronaldo e non ha saputo reagire da grande squadra. L’Inter, al contrario, ha ceduto il suo Ronaldo (Lukaku) e ha deciso di ribaltare i princìpi della squadra passando dalla potenza alla fantasia; la Roma ha lavorato forte col suo nuovo allenatore capopopolo; la Lazio si è messa sulla strada del calcio di Sarri e del 4-3-3; il Milan ha perso Donnarumma ma alla prima partita il suo sostituto ha fatto perfino un assist, non solo: non aveva il centravanti e ora ne ha uno forte, ma forte davvero; il Napoli ha mantenuto l’equilibrio nella vicenda di Insigne che oggi è sempre più leader della squadra.
La Juve ha balbettato, come sta facendo da tre anni a questa parte. Ronaldo, sia nell’arrivo che nella partenza, ha creato disagi all’interno della squadra e del club, ma ha portato comunque 101 gol in tre stagioni. In questo momento la Juve non ha più chi si prendeva tutta la squadra e non ha ancora la squadra. Ha pure un problema evidente in mezzo al campo. Dalla finale Champions di Berlino, quando il quartetto centrale era formato da Pirlo, Pogba, Marchisio e Vidal, a oggi il cedimento tecnico di quel reparto è stato progressivo. Il centrocampo visto contro l’Empoli, con Danilo centrale, Bentancur e Rabiot interni, e McKennie trequartista è assai povero e se la parola preferita da Allegri è la “tecnica” lui per primo si sarà accorto di questa carenza.
Delle cinque squadre a punteggio pieno non ce n’è una col centrocampo tecnicamente inferiore a quello della Juventus. Ecco perché Pjanic farebbe (o avrebbe fatto...) comodo a questa squadra. E’ lì che deve crescere per reggere il passo.
