Juve, il tempo è il primo alleato di Allegri

Juve, il tempo è il primo alleato di Allegri© ANSA
Marco Evangelisti
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Partiamo da un dato di fatto: Allegri è bravo. Galtier anche, altrimenti non gli avrebbero messo in mano tutto quel bendidio che culmina nel rasoio trilama Mbappé-Neymar-Messi. Domani Psg-Juventus sarà una partita di calcio da accademia di belle arti a tutte le longitudini del campo, panchine comprese. Non si tratta di mettere un mucchio selvaggio di campioni davanti a uno stratega dotato di forze inferiori e stare a vedere che cosa succede. Anzi, Galtier è stato chiamato con il preciso incarico di trasformare il mucchio in un ordinato squadrone d’assalto e vincere finalmente la Champions un miliardo e mezzo di spese dopo. 
 
Non è troppo dissimile la vicenda recente della Juventus. Meno fastosa e favolosa, magari. Ma l’ambizione di mettere un punto a questa faccenda della Champions che sfugge è analoga. Allegri è bravo, sa quello che fa e quello che dice. E quello che può chiedere a questa squadra alla quale mancano ancora i vettori fondamentali. Pogba e Chiesa, naturalmente, e se vogliamo anche la versione più netta e lucida di Di Maria. Gli uomini che dovrebbero permettere al gioco di scorrere in avanti e mantenere l’abbrivio in qualsiasi circostanza. 

Finora la Juve, zero a zero con la Sampdoria a parte, ha sempre segnato nella prima mezz’ora. Per poi lasciarsi diluire dalle correnti altrui e dalle onde del proprio destino. Questo spiega in parte l’equilibrio delicato scelto da Allegri negli ultimi giorni. Lasciamo stare il riposo imposto a Vlahovic, mossa tattica abbastanza banale se si ha un altro centravanti genuino cone Milik. Allegri sta lavorando chirurgicamente sull’umore dei suoi, da una parte invocando mentalità vincente, dall’altra azzardando che sì, va bene il Psg, ma in fondo la partita che allunga la vita è quella del 14 settembre con il Benfica. 

Sembra contraddirsi: voglia di vincere e insieme una sorta di resa preventiva. Al contrario, è la pianificazione di uno che guarda oltre l’orizzonte. Al recupero degli uomini scelti, alla serie di prossime partite che propone Salernitana, Benfica appunto, poi Monza, Bologna, Maccabi prima di arrivare al Milan. Con il progetto, realizzabile, di restare alto in campionato e prendere campo con serenità in una Champions League che sulla carta questa volta non si può vincere, ma poi chissà, a rosa intera vedremo. Il tempo è dalla parte della Juve. Almeno, Allegri ne è convinto. 


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