La Juve dei sogni? Occhio agli incubi

La Juve dei sogni? Occhio agli incubi© EPA
Xavier Jacobelli
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Ognuno si diverte come può e, se prima di affrontare il Monza, Allegri sostiene che le voci sul suo esonero lo divertano, che se le goda. In realtà, il primo a essere consapevole di quanto sia importante vincere in casa Berlusconi è l’uomo che il 7 maggio 2011 gli consegnò il diciottesimo scudetto rossonero. E non possono essere certo le battute e i motteggi del prepartita a esorcizzare i timori per il confronto con l’ultima in classifica: sembrano paradossali, alla settima giornata, ma sono reali. Al tempo stesso, è troppo facile e financo ingeneroso prendersela solo con il direttore d’orchestra se l’orchestra stecca. Qui sta il punto ed è auspicabile che la Polifonica Juve abbia mandato a memoria le parole di Bonucci, pronunciate dopo la Salernitana, malauguratamente rimaste inascoltate di fronte al Benfica.



Allegri ha molte cose da farsi perdonare, la squadra più di lui. Bonucci dixit: «Non possiamo giocare in questa maniera: scarichi mentalmente, senza aggressività e cattiveria. Lo diciamo da inizio anno: serve qualcosa in più, la Juve non può permettersi di vivere sulle montagne russe come da un paio di anni. E smettiamola di trovare alibi e scuse, bisogna ritrovare la voglia di lottare, di arrivare primi sulle seconde palle e di vincere i contrasti». Più chiaro di così, il capitano non poteva essere.

Tredici infortunati in soli due mesi, con il picco Pogba, per Allegri sono un ombrello sufficiente a renderlo impermeabile alle critiche, ma c’è un limite a tutto. La Juve esce dal tunnel se si sveglia; se fa la Juve; se corre almeno tanto quanto gli avversari e non si spegne dopo venticinque, massimo trenta minuti, rinculando inopinatamente davanti al suo portiere; se Di Maria non pensa al Qatar, ma al Monza.

Se, se, se: l’avverbio dubitativo s’impone al tempo della Grande Crisi. Per questo, la Brianza diventa già il crocevia del primo scorcio di stagione: un successo significherebbe vivere la sosta con l’indispensabile iniezione di serenità. Un altro, clamoroso passo falso riaprirebbe subito due settimane di processi sulla Mismatch Juve, come la chiamano gli inglesi, la Juve così male assortita da non sembrare vera. Allegri l’ha definita virtuale, essendo stata concepita in diverso modo. Può essere. Ma a Monza va in campo questa Juve, non quella dei sogni. Occhio agli incubi.


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