Allegri è sconsolato: alla sua Juve ha chiesto solo una cosa. In ballo ci sono 30 milioni

Il tecnico prova a scuotere la squadra in vista della cruciale sfida di Champions contro il Maccabi: "Serve cuore perché al momento siamo ancora un'altalena"
Filippo Bonsignore
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Vincere per restare in corsa per la qualificazione agli ottavi. Vincere per dare un calcio alla crisi, anche in senso economico, visto che il danno del mancato passaggio del girone si può stimare intorno ai 30 milioni di euro. Vincere per dare un segnale forte, dopo l’ennesima batosta stagionale subìta contro il Milan. È un déjà-vu per la Juve, ancora una volta spalle al muro nonostante si sia ancora all’alba del cammino. Gli obiettivi stagionali sono già compromessi, con lo scudetto già lontano dieci punti dopo sole nove giornate e la Champions League in bilico dopo le due sconfitte iniziali. Ora è il momento di concentrarsi sull’Europa e i bianconeri si giocano tutto nei novanta minuti di Haifa. Non c’è alternativa ai tre punti per restare in scia di Psg e Benfica e garantirsi ancora una chance tra due settimane a Lisbona.

In tempi normali, si guarderebbe con maggiore serenità allo snodo decisivo, anche perché una settimana fa il Maccabi non si è rivelato un ostacolo insormontabile. Al contrario, l’attualità racconta di una Juve in piena crisi, sballottata dagli eventi, incapace finora di vincere in trasferta e di offrire garanzie di continuità e di tenuta mentale. Ecco allora che il viaggio in Israele diventa un bivio che spaventa oltremodo, perché potrebbe portare al primo fallimento stagionale.

La fiducia di Allegri

Massimiliano Allegri, in ogni caso, si mostra tranquillo e ostenta fiducia: «Questo è un gruppo solido, in grado di affrontare questo tipo di partite, assolutamente sì. C’è l'opportunità di rialzarsi subito in piedi. Le due vittorie su Bologna e Maccabi ci avevano un po' illuso ed è stato un errore, siamo ancora sull’altalena. Non bisogna illudersi, ma vivere di realtà, di cose pratiche, che vuol dire giocare delle ottime partite dal punto di vista tecnico, fisico e soprattutto mentale e poi dare continuità ai risultati. È un percorso che va fatto giorno dopo giorno, mettendosi sempre in discussione, lavorando con passione e voglia di arrivare agli obiettivi. Abbiamo la possibilità e la capacità di venirne fuori».

La richiesta di Allegri alla Juve

Max chiede un salto di qualità dal punto di vista psicologico, ma non solo: «Sarà una battaglia e per questo non dobbiamo dare dei vantaggi all’avversario. Bisogna avere il giusto atteggiamento, maggiore compattezza, lottare su ogni pallone, con cuore e passione. Bisogna cioè fare le cose basilari che servono per una partita di calcio. E soprattutto ridurre al minimo gli errori e non uscire dalla partita». Riassunto: serve ritrovare quelle caratteristiche che hanno fatto grande la Juve e l’hanno portata a vincere diciannove trofei in un decennio e che progressivamente sono state smarrite, con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. «La Juve ha iniziato un percorso di crescita dopo tanti anni di successi, ma questo non deve costituire un alibi - rileva il tecnico bianconero - Capisco che dall'esterno possa sembrare facile: si chiude un ciclo, si cambiano i giocatori e dopo tre mesi si torna a vincere; non è così. Noi mettiamo tutto l'amore e la passione per riacquistare autostima e riportare la Juve nelle posizioni che le competono ma dobbiamo lottare e quindi serve fare di più, molto di più. Il dettaglio fa la differenza». Mai come stavolta, mai come nel giorno del dentro o fuori.


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