Juve, tutti giù dal carro

Ivan Zazzaroni
3 min

Si svegliano tutti adesso. Tutti quelli che - tifosi per un giorno o da una vita - soltanto due mesi fa dicevano o scrivevano che la Juve con Pogba, Di Maria, Bremer, Kostic e Vlahovic aveva fatto un gran mercato e non poteva non essere considerata da scudetto o da Champions e poi vedrete quanti gol segnerà Dusan potendo finalmente sfruttare i cross del Fideo e di Kostic. Si svegliano e mordono la carne viva, ne staccano pezzi. Dopo la figuraccia di Haifa ho letto articoli durissimi, corrosivi, contro Agnelli, Allegri, Arrivabene, i giocatori, i preparatori. Federico Cherubini, il ds, l’unico trascurato, spesso nemmeno citato, come se non esistesse e invece è un professionista capace e perbene che ha sostituito Paratici nel momento più difficile della storia della società, il post-Ronaldo e relativi bilanci.

Si svegliano, gli ex entusiasti, e criticano la campagna che ha portato (riportato) a Torino il ventinovenne Pogba e strappato il quasi trentacinquenne Di Maria al Barcellona. C’è addirittura chi sostiene che siano arrivati usurati, mezzi rotti: quando le cose vanno male o - come in questo caso - malissimo, riparte puntualmente la litania del numero eccessivo di infortunati, della rottura (ne sono certo, me l’ha detto uno che frequenta Vinovo, il cugino di quel tale) tra l’allenatore e la squadra, dei giocatori che non lavorano o lavorano poco e per questo non corrono; andando più nello specifico, di Andrea che dopo il caso Superlega si è allontanato dalla squadra e non gliene frega più un cazzo, di Arrivabene che sa poco di calcio e anche alla Ferrari non è che lo rimpiangono (già, perché Binotto invece...), di Nedved che non sopporta Allegri e lo vuole fuori, della mancanza di identità, del perduto spirito, e insomma più panzane a diffusione cosmica che realtà. Domando: costa così tanto cambiare opinione sulla qualità di giocatori ritenuti prematuramente e colpevolmente dei campioni? Costa così tanto dire che forse Kostic non è un grande acquisto o quello che effettivamente serviva? Nel calcio gli errori di valutazione li paga soltanto chi li fa, non chi giudica. Non so se Allegri riuscirà a sopravvivere alla tempesta restituendo la stagione alla Juve e ai tifosi. Al di là del valore complessivo della rosa - ricordo che stiamo parlando della Juve, tutto è relativo, di un top club - in Israele, ma anche in precedenza, ho visto giocatori che temevano di ricevere il pallone dal compagno. La Champions è compromessa ormai, la corsa al quarto posto non ancora: in fondo un anno fa la Juve aveva soltanto due punti in più e alla fine riuscì a conquistare il passi europeo. In tempo di tempesta ogni buco è porto.


© RIPRODUZIONE RISERVATA