Retroscena Juve, cosa è successo al rientro da Haifa tra Allegri e la squadra

Al rientro dopo la disfatta di Champions c'è stata una mediazione tra allenatore e alcuni giocatori. Gran parte dello spogliatoio era contrario alla clausura immediata al JHotel
Filippo Bonsignore
2 min

Alla ricerca di sè stessa tra le tensioni. La Juve ha iniziato il ritiro alla Continassa per provare a rimettere in piedi una stagione che ha già preso la via del fallimento, come testimoniano i dieci punti di distacco dal Napoli capolista dopo sole nove giornate di campionato e la Champions League ormai praticamente sfuggita, dopo un percorso da record (ma al contrario) di tre sconfitte su quattro partite. Haifa è stato il punto di non ritorno, da adesso non ci sono più scuse.

Spaccatura tra Allegri e la squadra e quel cambio di programma improvviso del ritiro

Serve invertire la rotta, ritrovarsi e ritrovare i risultati. Subito. E qui nasce il problema. Perché la disfatta con il Maccabi ha detto che non sembra esserci limite alla caduta verticale e che c’è una spaccatura chiara tra Allegri e la squadra, due entità ormai parallele e non unite da un comune sentire. Farà effetto il (mini)ritiro? Il derby di domani darà le prime risposte ma i presupposti sui quali il provvedimento anti crisi si è fondato lasciano già qualche dubbio. Subito dopo il rovescio in Israele, Max aveva annunciato che al ritorno a Torino il gruppo sarebbe rimasto in clausura al JHotel. Così non è stato, qualcosa non è andato per il verso giusto, tanto che il programma è stato in tutta fretta modificato dopo l’atterraggio a Caselle. Si racconta, infatti, che gran parte dello spogliatoio sarebbe stata contraria alla decisione dell’allenatore, non ritenendola il rimedio migliore per la situazione. Sarebbe nato un confronto tra il tecnico ed alcuni giocatori - senatori e non - e da lì si sarebbe arrivati alla mediazione e al cambio di scaletta. Tutti a casa mercoledì sera - con Di Maria primo a lasciare l’hotel - e via al ritiro da ieri.


© RIPRODUZIONE RISERVATA