I principi contabili che agitano la Juve

Il club stila il bilancio seguendo uno standard internazionale Ma lo IAS38 non consente di iscrivere plusvalenze generate dallo scambio dei calciatori
I principi contabili che agitano la Juve© ANSA
Alessandro F. Giudice
5 min

Dalle contestazioni della procura di Torino alla Juventus, ai suoi dirigenti, legali e revisori (un totale di 16 persone) emergono particolari da cui si può definire meglio i contorni della tempesta giudiziaria che investe il club bianconero. L’accusa è di avere alterato i bilanci (dal 2019 al 2022) attraverso l’appostamento di ricavi da plusvalenze che la procura ritiene fittizie e attraverso lo spostamento di costi da un anno all’altro, utilizzando accordi con i tesserati che venivano rappresentati in modo difforme dalla sostanza reale.

Caro Allegri, ecco perché la Juve fuori dalla Champions è un vero fallimento

Sul primo punto la Juve è accusata di aver iscritto ricavi “artefatti e “artificiali”: 49,7 milioni nel 2019, 78 milioni nel 2020 e 28,3 milioni nel 2021. In totale, avrebbe dunque occultato perdite per 156 milioni da cui la dotazione patrimoniale della società sarebbe stata notevolmente modificata obbligando gli azionisti a ricapitalizzarla, magari prima di quanto non abbiano effettivamente fatto. La difesa della Juve, affidata per ora a un comunicatoma che si articolerà in una piena strategia difensiva in sede giudiziaria, è che gli azionisti hanno poi effettivamente iniettato risorse per 700 milioni, tra il 2019 e il 2021, coprendo le perdite che risultavano dai bilanci ma anche quelle che sarebbero emerse in assenza delle plusvalenze contestate. Questa difesa può risultare debole in una società quotata, perché eventuali alterazioni dei bilanci ingannano il mercato fatto, in questo caso, da migliaia di risparmiatori che comprano e vendono le azioni esponendosi al rischio di perdere i loro soldi.

La Juve prepara i bilanci secondo i principi contabili internazionali, a differenza di quanto avviene in tutti gli altri club italiani: una circostanza che potrebbe risultare decisiva. In questo caso, infatti, il principio che regola beni immateriali come i cartellini dei calciatori (IAS 38) prevede che, in assenza di parametri oggettivi per determinarne il valore di scambio, questo debba essere stabilito al valore netto iscritto in bilancio. Quindi, non dovrebbe generare plusvalenze. Un dettaglio che merita approfondimenti ma che può rendere più scomoda la posizione del club.

Juve fuori dalla Champions: un tracollo anche economico

Il secondo punto riguarda gli stipendi “sospesi” per il Covid: la procura contesta lo spostamento fittizio di perdite da un anno all’altro. Alcune mensilità non furono contabilizzate in base al principio della competenza (un costo va imputato all’esercizio contabile in cui si manifesta) perché i tesserati avevano rinunciato a riceverle. La tesi dell’accusa è invece che la Juve aveva concluso accordi paralleli con i tesserati, formalizzate in documenti privati «mai resi pubblici, occultati al di fuori del- la sede sociale e sequestrati in data 23.3.2022». Nell’atto d’accusa si fa esplicito riferimento a un accordo «raggiunto in data 28.3.2020 con i calciatori e non reso pubblico». Tale accordo era contenuto in una scrittura privata sottoscritta da Agnelli e Chiellini e «prevedeva la rinuncia ad una sola mensilità con recupero certo ed incondizionato di tre mensilità nelle stagioni successive». Diversamente cioè da quanto comunicato dalla Juventus al mercato, con il comunicato diffuso lo stesso giorno in cui tale accordo venne sottoscritto.

L’atto non contiene riferimenti diretti alla famosa “carta di Ronaldo” a cui si alludeva in alcune intercettazioni ma gli inquirenti cercano evidenze di una scrittura privata tra la Juve e CR7 relativa al pagamento di 19 milioni che non si troverebbe. Già la conferma del ritrovamento di scritture private sottoscritte con altri tesserati può rappresentare un elemento forte che corrobora l’accusa.

La contestazione del reato di ostacolo alla vigilanza risiede proprio nell’occultamento di documenti rilevanti ai fini del bilancio mentre la presunta alterazione dei conti rientra nelle false comunicazioni sociali. Se le accuse verranno confermate in giudizio, i rischi penali saranno piuttosto pesanti mentre la giustizia sportiva segue un piano diverso e dovrà accertare se la presunta alterazione dei dati finanziari abbia comportato una violazione delle norme federali. Non sarà facile, sebbene le società di calcio siano soggette all’obbligo di dichiarare fedelmente i compensi dei tesserati e al divieto di stipulare accordi economici segreti.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, i migliori video