Allegri e quella frase sul fallimento Juve dopo l'addio Champions. Le mosse per ripartire

Il tecnico prova a ricompattare il gruppo e punta su alcuni aspetti per risollevare il morale. Il calendario prima della sosta mondiale non aiuta ma Max ha le idee chiare
Allegri e quella frase sul fallimento Juve dopo l'addio Champions. Le mosse per ripartire© Getty Images
Filippo Bonsignore
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Come se nulla fosse, o quasi. Massimiliano Allegri tende a ridimensionare la portata del crollo in Champions League, che resta comunque storico se è vero che la Juve, in questa disgraziata campagna europea, ha riscritto in negativo tutti i record perdendo quattro delle prime cinque partite del girone. «Nella vita capitano anche queste cose, ci sono squadre che sono state otto anni senza giocare in Champions…». Parata e risposta, quindi. Max non considera l’eliminazione un fallimento, ma per definire quanto successo «non trovo la parola adatta». «Noi dobbiamo pensare soltanto a lavorare come stiamo facendo, con impegno e dedizione. Tutto questo può capitare ma non bisogna andare in frustrazione, altrimenti non ne veniamo fuori». Guardia alta, insomma, perché i pericoli restano dietro l’angolo come oggi a Lecce, ennesimo snodo potenzialmente scivoloso e per di più affrontato in piena emergenza. «Gli alibi non mi piacciono, anche riguardo alle scelte fatte. Col senno del poi, sarebbe facile. Quando si prende una decisione è quella giusta poi, a distanza di tempo, si usano i “se”. Ma coloro che nella vita sono andati avanti con i “se”, non hanno mai fatto niente e sono in giro disperati per il mondo. Abbiamo fatto male in Champions, mentre in campionato siamo un po’ in ritardo, ma abbiamo il tempo per recuperare. Dobbiamo concentrarci solo sulle partite che mancano da qui alla sosta poi, dopo il Mondiale, recupereremo tutti i giocatori e sarà un’altra stagione».

Le partite prima della sosta: un pericolo in più per la Juve

Il problema è arrivare alla ripresa di gennaio con ancora delle chance concrete di rimonta perché la situazione è già compromessa, visto che la distanza dal vertice è già di dieci punti e pure il quarto posto è lontano cinque lunghezze. Come se non bastasse, il calendario non aiuta: all’orizzonte ci sono Lecce, Inter (preceduta dal Psg), Verona e Lazio. E allora la mente torna gioco forza alle opportunità sprecate contro Sampdoria, Salernitana e Monza che pesano come macigni. «La rabbia per l'eliminazione in Champions dobbiamo portarcela avanti per tutto il campionato e l’arrabbiatura è normale che rimanga, altrimenti non andrebbe bene - rileva Allegri - Le stagioni sono fatte di momenti: ora siamo chiamati a dare qualcosa in più per fare girare le cose a nostro favore. Dobbiamo essere bravi perché questo deve essere un momento di crescita per tutti. Nei momenti di difficoltà si cresce e questa va presa come un'opportunità per crescere». A partire da oggi, per evitare lo spettro di un replay di Monza. «Dobbiamo avere una reazione: è sempre difficile giocare contro il Lecce, squadra organizzata e con giocatori veloci. Dovremo metterci al pari loro, correre come loro e, se serve, bisognerà fare anche una partita sporca». L’allenatore bianconero è realista: «Parlare di scudetto o di Europa League ora non serve a niente, bisogna pensare soltanto a rialzarsi dopo una batosta importante come quella di Lisbona. Abbiamo un’opportunità importante per rialzarci. Davanti stanno andando forte; noi siamo dietro e piano piano dobbiamo rubacchiare dei punti. Ho un gruppo di ragazzi che hanno delle qualità umane importanti e mi affido molto a questo aspetto. A Lecce faremo tutti insieme una bella prestazione e speriamo di fare risultato. Il nostro obiettivo è portare la Juventus più avanti possibile, stiamo lavorando per questo poi ci sono dei contrattempi che nessuno si immaginava. Se avessi una sfera di cristallo, forse avrei deciso cose diverse ma non è così. Bisogna trovare delle soluzioni quando ci sono le problematiche e dobbiamo farlo con lucidità, fermezza e voglia di fare».


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