Scritture private: i nuovi dubbi dei pm sulla Juve

Caccia a presunte “side letter”: opzioni per riacquistare i calciatori ceduti e realizzare plusvalenze
Nicola Balice
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Tra le conseguenze delle dimissioni di Andrea Agnelli e di tutto il consiglio d'amministrazione della Juventus, ci sarebbe anche un primo risvolto sul piano giudiziario. Dalla procura di Torino, infatti, filtra l'intenzione da parte dei pm (i sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e il procuratore aggiunto Marco Gianoglio), di rinunciare all'appello contro la decisione del gip Lodovico Morello che lo scorso 12 ottobre aveva respinto la richiesta di misure cautelari e l'interdizione delle cariche societarie di alcuni indagati, tra cui proprio Agnelli. Non essendo più in carica, infatti, cadrebbe la possibilità di reiterazione dei presunti reati contestati agli indagati, con l'approvazione di un ulteriore bilancio (2021-2022) su cui gli inquirenti nutrono forti dubbi: in particolare la rinuncia dei magistrati riguarderebbe il provvedimento di interdizione dalle cariche societarie, nella richiesta della pubblica accusa erano già state eliminate le misure cautelari.

Side letter

Tra venerdì e lunedì, nel frattempo, in procura si erano presentati spontaneamente sindaci e revisori dei conti in carica durante il triennio finito sotto la lente di ingrandimento dei pm, quello compreso tra il 1° luglio 2018 e il 30 giugno 2021 e contestato anche dalla Consob. Dallo studio delle documentazioni raccolte sarebbero emersi nuovi elementi di rilievo secondo i pm sul tema delle plusvalenze e che potrebbero portare anche a ulteriori capi d'accusa: secondo la procura anche riguardo la cessioni di alcuni giocatori ci sarebbero degli accordi privati («side letter») relative a opzioni di riacquisto che avrebbero potuto rendere il debito condizionato e annullare l'effetto contabile, accordi che secondo i pm non sarebbero stati depositati in Lega. Ma di cui non sarebbero stati a conoscenza nemmeno i componenti dei collegi sindacali e revisori dei conti bianconeri interrogati, nonostante l'obbligo giuridico di controllo della contabilità: la loro difesa si sarebbe basata sul fatto che non rientrava nei loro compiti quello di verificare i vari contratti di permuta dei calciatori relativamente al tema delle presunte plusvalenze fittizie, oltre al fatto di non essere affatto a conoscenza delle ormai note «side letter» che avrebbero portato alle variazioni degli effetti contabili non solo a proposito delle due manovre stipendi.

Prossimi passi

I prossimi passi ora dovrebbero portare alle richieste della Procura per gli eventuali rinvii a giudizio entro la fine dell'anno, o a seconda dei casi quelle di archiviazione. Le accuse principali restano quelle di falso in bilancio e false comunicazioni al mercato, più precisamente si parla dell'ipotesi di reato di ostacolo all'esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob) e del delitto di aggiotaggio informativo, ad alcuni indagati è stato contestato anche il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture per operazioni inesistenti. 


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