Per la Juve tira un'aria pesante a Torino, ma anche a Nyon. L'indagine aperta dalla sezione della federcalcio europea "sulle presunte finanziarie recentemente rese pubbliche", non promette nulla di buono. Tant'è vero che, all'indomani della sua ufficializzazione, il presidente della Liga spagnola, Javier Tebas, leader dei falchi Uefa e del fronte anti-Superlega, ha rincarato la dose: "La Liga parla di sostenibilità finanziaria dal 2020, ma non ho mai sentito nessuno dei promotori della Superlega, dal Real alla Juve, parlare di questa cosa in nessuna delle riunioni Uefa, né ad alta né a bassa voce. Non ci possono dare lezioni di sostenibilità i leader della Superlega, almeno due di questi tre club. La Juve, innanzitutto, sulla scorta delle notizie di questi giorni, non credo sia un leader per parlare al calcio europeo di sostenibilità finanziaria quando il suo Cda è indagato per aver falsificato i bilanci, per i conti falsi, con dati alla mano e anche con intercettazioni telefoniche. Neanche il Barcellona credo sia un esempio di sostenibilità finanziaria. Il Real è effettivamente l'unico che potrebbe parlare con chiarezza e insegnare qualcosa. Ci troviamo di fronte a un problema di governance, di potere dei club europei". L'Uefa ha ricordato che il 23 agosto scorso ha concluso un accordo transattivo con la Juve (multa di 23 milioni riducibile a 3,4 milioni di euro se i conti torneranno in ordine entro la stagione 2024/2025; limitazioni alla rosa e al mercato). Se le presunte violazioni al fair play non risultassero più presunte, ma reali, l'accordo verrebbe cancellato e le conseguenze sarebbero durissime: oltre a una pesante multa, l'esclusione dalle coppe, già dalla prossima stagione. I falchi di Nyon chiedono di comminare sanzioni subito; tuttavia, per il momento l'Uefa è orientata ad attendere la ricezione di tutti gli atti dall'Italia prima di procedere.
