Juve, Allegri unica certezza nello stato di crisi

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Alberto Dalla Palma
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In un periodo così difficile, il più brutto con quello legato a calciopoli, la Juve - per buona pace dei francesi che lo sponsorizzano - può e deve pensare a di tutto e di più meno che a un immediato ritorno di Zidane. E non perché l’ex fuoriclasse bianconero non sia rimasto nel cuore della Famiglia, ma perché la situazione è così scabrosa che almeno la squadra va protetta e difesa nella sua lunga cavalcata verso gli obiettivi che sono ancora molto prestigiosi. Forse non più lo scudetto, perché 10 punti di distacco sono davvero tanti, ma di sicuro l’Europa League, la Coppa Italia e la qualificazione alla prossima Champions rappresentano i traguardi della nuova Juve di Elkann. E di Max Allegri, ovviamente, cioè l’unica certezza in uno stato di crisi che non può essere allargato anche al settore tecnico.

Sì, è probabile che un giorno Zidane alleni la Juve, ma proprio in questo momento di transizione è difficile, perché comunque il francese è uno che chiede anche garanzie e non solo economiche. Pretende i giocatori, i fuoriclasse, i talenti più costosi, un po’ come fece Conte quando lasciò il club sostenendo che non poteva accomodarsi al tavolo di un ristorante di lusso con una decina d’euro. Con cui, in realtà, Max vinse cinque scudetti di fila e Sarri uno, prima di essere cacciato perché i suoi metodi non erano graditi dalla vecchia guardia. Questo per dire che nessuno più di Elkann sa che adesso Allegri è una priorità, anzi una garanzia di risultati e rendimento, come si è visto nel finale di un amarissimo 2022. Dal 15 ottobre al 13 novembre, la Juve ha vinto in campionato sei partite di fila contro Torino, Empoli, Lecce, Inter, Verona e Lazio rientrando in corsa per la Champions e aprendo anche le porte davanti a un sogno se solo il Napoli rallentasse il passo. E poi c’è l’Europa League, che è il secondo trofeo di club a livello internazionale: vincerlo non ti consente solo di andare direttamente in Champions ma anche di giocare successivamente per un altro trofeo, la Supercoppa europea. Non vi sembra ambizioso come obiettivo, per la Juve? Noi pensiamo di sì ricordando a tutti che un giorno Allegri potrà anche riavere Pogba e Chiesa e magari anche un Vlahovic più sano di quello che abbiamo visto a ottobre, a novembre e in Qatar. E avrà anche un campione del mondo, Di Maria, che alla Juve non ha quasi mai giocato ai livelli della finalissima di Doha: valori aggiunti che potrebbero aiutare Allegri a salvare almeno la squadra aiutando la società a ripartire con maggiore trasparenza. Zidane, e i francesi che lo spingono a Torino, possono eventualmente aspettare tempi migliori. Meglio di Allegri per lo stato di crisi non c’è nessuno.


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