E' la Juve di MA7, Allegri ora ripensa allo scudetto

Il sette, il numero di Ronaldo, è diventato magico: vittorie di fila, gol subiti, distacco dal Napoli, punti in più rispetto all’anno scorso
E' la Juve di MA7, Allegri ora ripensa allo scudetto© ANSA
Roberto Maida
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I campioni stanno tornando, alimentando le speranze di una grande rincorsa. Ma intanto la Juventus si arrampica sul pendio seguendo la regola del sette, il numero caro a Ronaldo. Sette vittorie consecutive senza subire gol, sette reti subite in sedici giornate, sette punti in più dell’anno scorso, sette punti di distacco dal Napoli, sette gol stagionali di Milik che è stato il risolutore di problemi a Cremona. I risultati che ha raggiunto Massimiliano Allegri nel mezzo di una crisi tecnica, sanitaria e aziendale non battono tutte le perplessità ma aiutano a cogliere la prospettiva: se giocando male con tanti esordienti si è già insediata nell’alta classifica, dove può arrivare la Juve di Pogba, Di Maria, Vlahovic, Bonucci, Chiesa e Cuadrado? «Le prospettive sono ottime», ha detto l’allenatore dopo la vittoria di mercoledì maturata all’ultimo secondo grazie a un colpo di biliardo. Allegri, come già nel 2022, non pronuncia la parola scudetto e sottolinea l’importanza di aver consolidato «il vantaggio sulla quinta». E però nel torneo più strano di sempre ha il diritto di non porsi limiti: molto, in questo senso, si capirà dallo scontro diretto dello stadio Maradona, venerdì 13 gennaio. Le vere ambizioni si misureranno contro il Napoli.

Difficoltà

La vittoria di Cremona è stata una questione di spigoli: ai pali di Dessers e Felix ha risposto il palo-gol di Milik, tra l’altro a tempo scaduto. Se la Juventus avesse pareggiato, o addirittura perso, non sarebbe stato scandaloso. Ma in pochi ricordano che prima della sosta la Cremonese allo stadio Zini aveva fermato il Milan (0-0) e spaventato anche il Napoli, che se l’era cavata nel finale per poi dilagare. Per di più la Juventus mercoledì ha schierato la formazione più giovane del suo campionato, con un’età media inferiore a 26 anni: erano titolari due 2003, Soulé e Miretti, oltre all’ex Fagioli, che è un 2001. In difesa ha giocato Federico Gatti che è un ‘98 ma aveva un curriculum di sole 4 partite in Serie A. E’ ovvio che la Juventus debba migliorare per puntare al primo posto. Ma è altrettanto vero che Allegri, dopo la sconfitta di San Siro contro il Milan sia riuscito ad abbottonare una squadra rabberciata e a pilotarla lontano dai malumori domestici: il passaggio alla difesa a tre, abbandonata solo momentaneamente a Lecce, è stato uno dei segreti della svolta, almeno in termini di solidità. L’umiliazione internazionale di Haifa resta ma chissà: da una delusione sportiva può nascere una storia importante, con l’Europa League che diventerebbe un ottimo premio di consolazione. 

Asticella

Adesso la sfida di Allegri è ripristinare la qualità, che nel breve periodo può venire da Di Maria e Rabiot, due titolari della finale mondiale, e dalla crescita di Chiesa e Paredes. Ma il lavoro si annuncia affascinante anche fuori dal campo, perché la rivoluzione societaria determinata dalle inchieste gli ha affidato un ruolo delicatissimo: Allegri, per volere di John Elkann, è diventato il centro nevralgico dell’area sportiva. A ottobre (ma anche dopo) c’era chi ne chiedeva l’esonero, che nessuno alla Juventus si sarebbe potuto permettere. Oggi invece la sua posizione è tornata solidissima, non solo per ragioni contrattuali. Il vero problema di Allegri sarà convincere i giocatori a non pensare troppo al futuro, alle possibili sentenze ordinarie e sportive, per dedicarsi al qui e ora. In estate poi si faranno altre valutazioni: la squadra uscirà ristrutturata ma potrà rigenerarsi anche grazie all’esperienza maturata in questa stagione. La Juventus era stata pensata per vincere subito, con gli arrivi di Di Maria e Pogba, ma nello smarrimento generale degli infortuni a catena ha scoperto che l’idea di costruire una seconda squadra, con la nidiata dell’Under 23, sia stata una formula azzeccatissima. I prossimi ragazzi destinati a esplodere sono Iling-Junior e Barrenchea, oltre a Nicolussi Caviglia che tornerà dal prestito formativo tra A e B. Sarebbe il caso che altri club, almeno in questo, seguissero la stessa strada.


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