Buio Juve, processo per tutti

Si discute delle scelte di Allegri e dei difetti che riaffiorano. La difesa di Danilo: «Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo scarsi adesso»
Buio Juve, processo per tutti© Getty Images
Filippo Bonsignore
4 min

TORINO - Così no. Si può perdere con la prima in classifica, certo, ma non come ha fatto la Juve. Il giorno dopo l’ennesima umiliazione stagionale, il mondo bianconero è pervaso da un sentimento misto di incredulità e rassegnazione. Incredulità perché la disfatta contro il Napoli non era attesa in tali proporzioni, specie per quanto la squadra di Allegri era stata capace di fare, riemergendo dalla prima, grande crisi di questa annata tribolata. Rassegnazione perch é riaffiorano difetti e fantasmi che tarpano ancora le ali. Le otto vittorie consecutive avevano rimesso in parte le cose a posto, avevano addolcito un po’ la clamorosa eliminazione dalla Champions League e ridisegnato nuovi orizzonti di gloria, naufragati completamente invece nello spazio di una notte. Il ritorno al passato è stato brusco, insomma, e non preventivato perch é il vento sembrava davvero cambiato. Al contrario, è tornato il buio di inizio stagione. Tutte le sicurezze (ri)acquisite negli ultimi tre mesi sono evaporate sotto i colpi dell’orchestra di Spalletti. Orchestra, già, mentre in casa Juve c’era solo un primo violino a suonare lo spartito: Di Maria, splendido solista lasciato però solo sulla scena. Non basta da solo, il Fideo, per quanto possano essere illuminanti la sua classe e le sue giocate.

Il dubbio

Così sorge naturale il dilemma: qual è la vera Juve? Quella degli otto successi di fila o quella di Napoli? «Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo scarsi adesso; dobbiamo avere equilibrio nell’analisi e ripartire», riassume Danilo. Pure il brasiliano è venuto meno nella notte napoletana ed è lo specchio delle proporzioni del tonfo. E se anche il capitano cede, allora sono davvero dolori. «Non è stato un problema mentale, non voglio più sentire queste cose - sottolinea - Abbiamo già dimostrato che quello non c'entra, perch é siamo stati in situazioni difficili quest'anno e siamo riusciti a svoltare. Io parlo di calcio: abbiamo commesso tanti errori, lo sappiamo e da domani dobbiamo analizzare “calcisticamente” la situazione». Una questione tecnica, ma non solo. «Le loro gambe giravano più delle nostre, dobbiamo lavorare anche su quello. E poi credo che dobbiamo sempre avere l’atteggiamento giusto in ogni partita». Condizione fisica e approccio alla gara, quindi, e non sono certo due fattori trascurabili. Fa specie e preoccupa in prospettiva, infatti, che Allegri racconti di una squadra che si è presentata all’appuntamento più importante della stagione «con un carico di energie inferiore» all’avversario. Così come non può lasciare tranquilli che il gruppo periodicamente ricada in cali di tensione e di attenzione che si traducono in un atteggiamento sbagliato in campo. Troppi i protagonisti fuori partita, oltre che fuori ruolo. E qui torna sotto la lente Allegri, incappato in scelte infelici come Chiesa largo a destra a tutta fascia e Kostic terzino. Il tema che riguarda l’allenatore, però, è più profondo perch é il Napoli ha riportato alla luce vecchi difetti che le otto vittorie di fila avevano semplicemente nascosto e che, a questo punto , sembrano strutturali. Appena il livello sale, l’improvvisazione e il colpo di genio di un singolo non bastano più. Danilo richiama il gruppo e rilancia: «Non possiamo permetterci di pensare allo scudetto, solo così possiamo arrivare più in alto nella classifica . La Juve è una società che deve sempre puntare al titolo; noi dobbiamo capire il momento e cambiare subito il pensiero perch é questo club merita che noi calciatori diamo tutto in campo, in ogni partita. Abbiamo sub ì to delle reti che solitamente non prendiamo e questo già ci deve far venire rabbia , che va trasformata in motivazione e lavoro per migliorare. Già da giovedì in coppa Italia dobbiamo avere l’atteggiamento giusto».


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