Caos Juve, 8 giocatori nel mirino, c’è anche Dybala: ma le squalifiche non sono scontate

Se dimostreranno di aver firmato gli accordi in buona fede, potranno caversela solo con un’ammenda. La Procura Federale non sembra convinta della “complicità” dei tesserati
Caos Juve, 8 giocatori nel mirino, c’è anche Dybala: ma le squalifiche non sono scontate© ANSA
Giorgio Marota
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ROMA - L'abbiamo chiamata bufera, ma il "-15" rischia di essere stato - alla luce di quanto sta emergendo in queste ore - solo il primo timido vento dell'inverno. Mentre l'inchiesta plusvalenze si allarga fino a coinvolgere altri club mai giudicati, la Juventus trema per i famosi “accordi privati”. La procura della Figc sta preparando infatti un nuovo assalto, forte delle migliaia di pagine arrivate dalla procura di Torino, con l'obiettivo di far aprire un nuovo processo al club che racchiuda in un solo fascicolo ben tre casi: la manovra stipendi, le partnership opache con le “consorelle” (cioè le nuove plusvalenze) e i rapporti sospetti con gli agenti.  

Calciatori

A comandare un'ipotetica classifica di “gravità” c'è sicuramente la questione emolumenti nel periodo Covid. In queste ore di apparente tranquillità, la procura di Giuseppe Chiné sta ascoltando diversi atleti, mentre spulcia sms e messaggi WhatsApp, visiona le chat di gruppo e ricostruisce incontri e testimonianze. Il castello accusatorio contro il club, a una prima lettura, sembra poter reggere. Riguardo i calciatori, invece, dipende tutto dalla loro consapevolezza. I vari Szczesny, Bonucci, Cuadrado, Rabiot e McKennie, ma anche atleti non più in rosa (si parla ad esempio di Dybala, Arthur e Bernardeschi) conoscevano l'operazione che la Juventus, secondo gli inquirenti, avrebbe avuto in mente? Oppure ritenevano soltanto di rinunciare allo stipendio accettando di riprendere i soldi nella nuova stagione? Nel processo sportivo l'onere della prova è dell'accusa ed è la procura Figc che dovrà dimostrare l'eventuale “dolo” in capo ai tesserati; se non lo farà, come sembra, vanno considerati assolti. In caso contrario, gli atleti rischiano fino a 1 mese di squalifica. In procura si danno tempo fino alla fine di febbraio per chiudere le indagini (con proroga), ma l'ipotesi della “complicità” dei tesserati la considererebbero al momento remota. Anzi, dalle parti di via Campania si parla di «possibile raggiramento» dei tesserati; mentre prende piede la tesi accusatoria dei nuovi contratti siglati insieme alla rinuncia degli stipendi, ma depositati a mesi di distanza dalla loro firma. La procura riscontrerebbe una violazione delle NOIF, oltre che dell'art. 31 (“illecito amministrativo”) con l'aggravante dell'art. 14 comma 1 lettera C (“per aver indotto altri a violare le norme”). 

Agenti e plusvalenze

La contestazione di false fatturazioni con gli agenti e le plusvalenze “a specchio”, cioè senza scambio di denaro, con Samp, Empoli, Udinese, Atalanta e Sassuolo (alle quali si aggiungerebbero parzialmente pure Grosseto, Parma, Pisa, Monza, Cosenza, Pescara, Lugano, Basilea) porterebbero quindi a un unico deferimento, con primo giudizio al tribunale federale. L'obiettivo di tutti è esaurire i gradi “sportivi” entro fine campionato, così da preservarne il più possibile la regolarità. Un blocco granitico di accuse potrebbe comunque mettere nuovamente in ginocchio la Juve dopo la prima penalizzazione (la palla ora al Collegio di Garanzia), figlia del riconoscimento di un «modus operandi». Un «sistema Juve» dimostrato, secondo accusa e giudici, dalle intercettazioni con valore confessorio e in aperta violazione dell'articolo 4.1, che sarà il cuore delle motivazioni della sentenza della Corte d'Appello, attese entro lunedì. Il 4 comma 1 si riferisce alle persone fisiche, certamente, ma si riflette (sulla base dell'art. 6) sulla società a titolo di responsabilità diretta (nel caso di Agnelli) o di responsa bilità oggettiva (i consiglieri). 


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