La lingua del Santoriello

Leggi il commento del Direttore del Corriere dello Sport-Stadio al pm dell’inchiesta Prisma
La lingua del Santoriello© ANSA
Ivan Zazzaroni
4 min

Non glielo spieghi. Non li convinci più. Al mondo non esiste un solo juventino, nemmeno il più equilibrato e tollerante, in grado di perdonare la dimensione battutistica delle frasi di Ciro Santoriello, il pm dell’inchiesta Prisma, la madre naturale del -15 alla Juve; frasi pronunciate nel 2019 durante il convegno “Il Modello organizzativo e le società calcistiche - La prevenzione degli illeciti tra giustizia penale e sportiva”. «Come tifoso è importante il Napoli» disse sorridendo e con un filo di compiacimento, «come pubblico ministero sono antijuventino, contro i ladrocini in campo, eppure mi è toccato scrivere archiviazioni»... «Tifo Napoli e odio la Juve».

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Il collegio di indignazione social prima sezione bianconera, solo malumori, ha subito emesso il suo verdetto e non c’è appello che tenga: “siamo stati giudicati da magistrati di parte, così come un paio dei prossimi”, questa la sostanza. “Inchiesta, processo e sentenza non possono avere più valore perché montati ad arte per colpirci”. Ricordo che da tempo, precisamente dal ‘98 (caso doping), gli juventini sono convinti di essere bersaglio unico di procure e federcalcio.

Santoriello è un magistrato di prim’ordine con un curriculum che non lascia spazio a interpretazioni, ma quello scivolone verbale curiosamente “ritrovato” quattro anni dopo, quella leggerezza, quella ingenuità (ma si può?), il gusto della battuta facile hanno finito per produrre un clima surreale. E mefitico. Di ingiustizia diffusa.

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Da questo episodio in avanti qualsiasi responso del Collegio di garanzia del Coni sarà vissuto come una palese ingiustizia. Se la Juve vedrà confermata la penalizzazione, la reazione juventina sarà più pesante che nel 2006; se, al contrario, la prima sezione rimanderà le conclusioni del Tribunale d’Appello alla procura federale, a Giuseppe Chiné, che mi dicono tiepidamente juventino, si parlerà di papocchio e di giustizia stuprata.

I social hanno denudato il Paese: piccoli e grandi scheletri postati da membri del Collegio di Garanzia vengono riportati a galla agitando ulteriormente acque ormai marce. Varrebbe la pena ricordare ai giudici - sportivi e non - che il silenzio non è arte voluttuaria, bensì arma professionale. E che la Juve, ancorché diretta alla sans façon, gode di una tifoseria spesso capace di trarre dal mare magno dettagli significativi - ciambelle di salvataggio - in difesa del club. Come da antica battuta, “zitto e nuota”.

PS. Non appena mi sono reso conto che il video del pm Santoriello era stato “ritrovato” quattro anni dopo ed era relativo a un “convegno scientifico” assai poco pubblicizzato, ho visto il fantasma di una manina. E mi sono detto: vuoi vedere che quando sospettavo che qualcuno stesse temendo la Juve in B non ero sotto effetto dell’alcol (che peraltro, a differenza di tanti, non amo)?


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