È iniziata la nuova missione di Max

Il tecnico della Juve non perde di vista il primo obiettivo, quello della salvezza
È iniziata la nuova missione di Max© ANSA
Alberto Dalla Palma
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Nel segno di Vlahovic, la Juve ha vinto lo spareggio salvezza di Salerno proprio come desiderava Allegri, che cerca di non andare oltre la realtà. Alla vigilia Max aveva confessato che non perderà mai di vista il primo obiettivo, stabilito dopo la sentenza del meno 15: la salvezza, appunto. Poi allungherà lo sguardo anche sulla Coppa Italia e, infine, sull’Europa League. Ma quello che gli premeva più di ogni altra cosa era sbancare l’Arechi, dando il segnale dell’esistenza di una nuova Juve, rinata dopo la scioccante sconfitta contro il Monza. Molto più tonica, diciamo ai livelli della partita giocata contro la Lazio per conquistare l’accesso alla semifinali con l’Inter, la squadra bianconera si è calata perfettamente nella veste di una provinciale attenta soltanto al risultato. Ad Allegri l’estetica interessava poco anche all’epoca dei cinque scudetti di fila, figuriamoci adesso che bisognare remare contro corrente: concreta, attenta, persino spietata ogni volta che ha avuto la possibilità di affondare, la Juve ha piazzato due colpi letali nel primo tempo e al nuovo errore di un suo giocatore in prestito da Iervolino e Nicola - il baby Nicolussi Caviglia, che già aveva causato il rigore dell’1-0 - ha realizzato il terzo gol, quello della vittoria che le riapre le porte della speranza. La speranza che il meno 15 non le impedisca di rientrare in Europa percorrendo la strada del campionato.

Il ritorno di Vlahovic

Ovviamente il mattatore della notte di Salerno è stato Vlahovic, autore di una doppietta dopo quattro mesi di digiuno. Non segnava dal derby del 15 ottobre: una bella notizia per Allegri, che lo aspettava da molto tempo. La pubalgia, ma non solo, aveva frenato il serbo, celebrato da Max alla vigilia. Evidentemente il tecnico si era accorto che Dusan era cambiato e che aveva raggiunto la condizione migliore, espressa all’Arechi con la trasformazione di un rigore, con un gol da attento contropiedista e con ulteriori conclusioni che fanno ritenere chiuso il momento più nero della sua carriera. La staffetta tra Di Maria e Chiesa è l’altro segnale che la vera Juve, a prescindere dai punti, sta per tornare: quando saranno entrambi al massimo, per Max sarà una bellezza, in Italia e in Europa. Di Pogba inutile parlare: il suo calvario sembra infinito e dalle ultime parole di Allegri non sembra che ci siano prospettive positive a breve scadenza.

Un passo alla volta

La Juve ha approfittato nel migliore dei modi dei clamorosi errori della Salernitana, che la sua sfida vera l’aveva vinta a Lecce nel turno precedente. L’emozione deve aver giocato un brutto scherzo allo sventurato Nicolussi Caviglia, che si è ritrovato di fronte proprio la squadra del cuore: forse ancora acerbo per la serie A, questo giovane ha avuto meno fortuna di Miretti (ko ieri sera) e di Fagioli ma il fatto che i vertici bianconeri lo abbiano spostato da Bolzano a Salerno è un segnale per il futuro a prescindere dalle sciocchezze commesse in occasione del rigore e del terzo gol della Juve. Sul 3-0 non c’è stata più partita: Allegri ha iniziato le rotazioni (palo di Kean) e ha gestito la vittoria senza grandi sofferenze sebbene i granata abbiano provato a rialzare la testa. Max, a quota 26, ha allungato a più 12 il suo vantaggio sulla terz’ultima (il Verona) mettendo subito nel mirino Udinese e Bologna (a 29). Un passo alla volta e sempre con le due Coppe in testa.


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