La Juve sotto stress

I giocatori stanno sentendo il peso di una stagione con tante pressioni, dentro e fuori dal campo
La Juve sotto stress© ANSA
Nicola Balice
3 min

TORINO - Una stagione come quella attuale, lascia inevitabilmente il segno. E ora, anche o soprattutto, a livello mentale iniziano a susseguirsi gli indizi che possono far capire come la Juve (in quanto squadra) stia pagando sempre di più la pressione di mesi senza precedenti. Prima la falsa partenza e quella crisi tecnica che ha portato all'eliminazione anticipata dalla Champions. Poi la rivoluzione societaria, mentre fuori dalla Continassa si ponevano le basi per una lunghissima stagione di battaglie extra-campo tra giustizia ordinaria e quella sportiva. Con quel -15 in classifica che è piombato sulle spalle dei giocatori bianconeri a gennaio in attesa di capire cosa potrà cambiare dopo l'udienza di domani del Collegio di Garanzia del Coni, aspettando gli effetti del secondo filone di indagini e quello condotto dalla Uefa. È successo di tutto e ancora non è finita, come se una stagione ricca di infortuni (tanti e pesanti) e con la novità del Mondiale a novembre non fosse sufficientemente condizionante.

Che succede

«Da quest'esperienza, unica, si esce tutti fortificati. La società, i ragazzi, io in primis»: con queste parole Max Allegri proprio sabato provava a gettare acqua sul fuoco della presunta alta tensione legata a tutte le vicende extra-campo da gestire nello spogliatoio bianconero. Però solo guardando agli episodi dopo la sosta, di situazioni anomale se ne stanno infilando parecchie. A cominciare dalla rissa esplosa al termine del match con l'Inter di Coppa Italia, principale protagonista Juan Cuadrado con Samir Handanovic in un contesto solo in parte condizionato dalle reazioni agli ululati razzisti nei confronti di Romelu Lukaku. Passando per il confronto-scontro tra lo stesso Allegri e Leandro Paredes al termine dell'allenamento di Pasquetta, poi rientrato già il giorno dopo con il rilancio dell'argentino nel finale del match con lo Sporting (con quella maglietta presa di corsa dagli spogliatoi con supplemento di rabbia per Max...) e dal primo minuto contro il Sassuolo. Ma anche per le palpitazioni che hanno spaventato Wojciech Szczesny durante l'ultima partita di Europa League. Fino alle lacrime di frustrazione e attaccamento alla causa di Nicolò Fagioli una volta arrivato in panchina dopo l'errore fatale con il Sassuolo. «Da quest'esperienza, unica, si esce tutti fortificati», assicura Allegri. Ma ora la Juve sembra più fragile che mai.


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