ROMA - La verità tra 45 giorni, al massimo. Questa è la promessa. Il Collegio di Garanzia dello Sport ha 30 giorni di tempo per pubblicare le motivazioni della sentenza di ieri (potrebbe essere “sollecitato” e agire prima), poi la Corte federale d’Appello avrà a disposizione altri 15 giorni per convocare la nuova udienza. La Federcalcio vuole scrivere la parola fine sulla vicenda entro la fine del campionato, in modo da consegnare alla Uefa (che potrebbe a sua volta procedere contro la Juve nel caso in cui una penalizzazione passasse in giudicato) la classifica definitiva della Serie A. I bianconeri potrebbero a quel punto ricorrere ancora al Collegio di Garanzia, arrivando fino al Tar e al Consiglio di Stato, ma la graduatoria non cambierebbe più.
Tempi
Visti i tempi, il “caso plusvalenze” si incrocerebbe con il secondo filone dell’inchiesta, quello relativo alle manovre stipendi, ai rapporti con gli agenti e alle partnership sospette con Atalanta, Bologna, Cagliari, Samp, Sassuolo e Udinese, con il processo che si terrebbe entro la fine di maggio una volta chiuse le procedure preliminari (memorie difensive, audizioni) e partiti i deferimenti. Il condizionale, però, in questo caso è d’obbligo perché gli stessi dirigenti (insieme a Manna, Morganti, Braghin e Gabasio) dovranno rispondere ancora dell’art. 4.1 e potrebbero decidere di patteggiare: nonostante la condanna definitiva per il filone plusvalenze, questi vengono considerati “fatti di diversa natura” e lasciano aperto lo spiraglio di una riduzione della pena (di un terzo o della metà) in caso di accordo col procuratore federale. Riguardo alla Corte d’Appello, che due giorni fa era sembrata l’unica a uscire con le ossa rotte dal processo al Coni, sembra essere rientrata anche un’ipotesi clamorosa: il passo indietro del presidente Torsello, secondo i rumors stanco del clima di pressione che da mesi sta avvolgendo un po’ tutti i giudici dello sport. Il dispositivo di ieri salva buona parte del lavoro della CFA, che sarebbe naufragato in caso di annullamento senza rinvio.
Calvo
All’udienza di due giorni fa ha partecipato il presidente Ferrero, mentre ieri per la Juve ha parlato Francesco Calvo, Chief Football Officer: «Abbiamo vissuto l’attesa con la massima serenità - ha spiegato prima di Sporting-Juve - c’è il rammarico perché il ricorso di alcuni dirigenti, Agnelli, Arrivabene, Paratici e Cherubini, ancora oggi alla Juventus, non è stato accolto ma c’è soddisfazione però per Nedved e per la Juventus che hanno visto accolto il ricorso. Abbiamo una classifica non più sub iudice ma che dà certezza: ci aspettiamo che i punti ridati restino per sempre. Non abbiamo le motivazioni, e fare delle ipotesi sull’iter processuale in questo momento è impossibile. Noi siamo convinti di aver sempre operato nel giusto».
Pinto e Del Piero
Dovendo arrivare una penalizzazione alla fine del campionato, e dovendo questa essere “afflittiva” (cioè arrecare un danno concreto), potrebbe essere proprio un giudice a dire chi va in Europa e chi no. Il direttore sportivo della Roma, Tiago Pinto, ha protestato proprio su questo punto: «Che ne penso della sentenza? Devo ridere per non piangere. Come uomo di calcio, se abbiamo giocato per tre mesi con una classifica che non corrisponde alla realtà, vuol dire che il meccanismo è falsato. E basta. Non devo dire altro». L’ex capitano della Juve, Alex Del Piero, a Sky Sport ha detto di sentirsi «emotivamente vicino alla Juve e quindi scappa un sorriso. La mia unica preoccupazione è che questo giudizio sarà un qualcosa che si porterà fino a quest’estate. Mi auguro si possa decidere il prima possibile e sapere di che morte morire, un conto è sapere di finire in Champions, un conto è non esserci. E questo riguarda anche le altre squadre».